Sant'Emma di Sassonia, vedova
Vissuta intorno all’anno 1000, sorella del vescovo di Paderborn, andò sposa al conte Liutgero di Sassonia, che morì dopo pochi anni di matrimonio. Rimasta vedova ancora giovane, erede di un ricchissimo patrimonio, Emma donò tutte le sue sostanze ai poveri e alla Chiesa perché fossero investite in opere di carità, e si dedicò interamente al bene del prossimo fino alla morte, avvenuta il 19 aprile 1040. Fu presto onorata con culto pubblico: Emma fu infatti riconosciuta come modello di donna cristiana, che anche nella desolazione della vedovanza, realizza la sua missione di dare, custodire e accrescere la vita intorno a sé. Il suo corpo riposa nella cattedrale di Brema. Il 19 aprile è riportato nel Martirologio Romano anche il nome di sant’Espedito, martire di Melitene. Nulla si sa della sua vita. Nella devozione popolare è considerato come il Santo “del subito”, che sollecita a non rimandare a domani il bene da fare oggi e risponde subito alle grazie richieste; e questo a partire da una singolare iconografia che lo rappresenta vestito da soldato romano mentre tenta di scacciare un corvo, che grida “cras” (domani), mostrando un orologio che indica “hodie” (oggi).