San Nicola da Fl�e
Nicola nasce nel 1417 nel Flüeli presso Sachseln in Svizzera. Benché si sentisse chiamato ancora giovanissimo alla vita eremitica, dovette accettare numerose cariche politiche: fu podestà di Sachseln, consigliere e giudice cantonale, e deputato del cantone di Obwalden alla dieta. Tra il 1433 e il 1460 prese parte a varie campagne militari, ma – come si legge nel sua biografia – si adoperò per “un trattamento umano del nemico vinto, oltre che per risparmiare chiese e conventi e proteggere donne e bambini”. Nel 1445 si sposò ed ebbe dieci figli, uno dei quali divenne parroco di Sachseln; un nipote, Corrado Scheuber, morì in concetto di santità. Ma la chiamata originaria a seguire una vita unicamente dedicata a Dio non si era spenta. Attraversò un periodo di dure lotte interiori e infine, dopo aver vinto le resistenze della moglie e avuto il suo consenso, nel 1467, a 50 anni di età, partì per l’Alsazia dove volle associarsi agli “Amici di Dio”. Una visione mistica e il parere del suo direttore spirituale lo spinsero a ritornare in patria, dove si ritirò dapprima in una località alpestre di sua proprietà, a Klisterli-Alp nel Melchtal, e poi nel Ranft, in un burrone solitario al di sotto del Flüeli. Qui i suoi compaesani gli costruirono nel 1468 una cella da eremita con cappella, dove Nicola visse in continua preghiera e rigoroso digiuno per 19 anni, uscendo dal suo romitaggio solo per salvare, con parole ardenti di carità, la pace della sua terra: nel 1473 di fronte alla minaccia austriaca e nel 1481 e 1482 per sanare le discordie interne che avevano scatenato la guerra civile. Questi interventi gli valsero il titolo di Pater Patriae. Per la sua severissima vita di anacoreta e lo spirito sempre aperto ai problemi della sua gente e della sua terra, fu considerato un santo vivente; al suo eremo si portavano eminenti uomini della Chiesa e dello Stato in cerca di consiglio, e accorreva il popolo che chiedeva aiuto e conforto spirituale. Quando morì, a 70 anni, nel 1487, sulla sua tomba fiorirono numerosi miracoli. Canonizzato nel 1947 da Pio XII e proclamato patrono della Svizzera, gode di grandissima popolarità nella sua terra, dove san Nicola da Flüe è meglio noto con il nome di Bruder Klaus (fratello Klaus). Con la riforma liturgica, che ha sottolineato l’importanza della celebrazione del tempo di quaresima rinviando ad altre date le memorie dei santi, la festa del beato transito di san Benedetto del 21 marzo è scomparsa dal calendario liturgico universale. A questo Santo è rimasta dedicata la solennità dell’11 luglio, quando lo si ricorda come patrono d’Europa. Ma nei monasteri benedettini si è conservata anche la festa del 21 marzo, in memoria dell’incontro a viso scoperto di san Benedetto con il suo Signore, che il santo attese nell’oratorio, le mani alzate in preghiera, in mezzo ai suoi discepoli. San Gregorio ci racconta così la morte di san Benedetto, per dire che egli, come visse, morì, cioè nella comunione che esprime e conduce all’incontro con Dio.