San Dionigi, vescovo
Fu vescovo di Corinto, nel II secolo d. C., noto per le brevi notizie che ci dà di lui san Girolamo e, soprattutto, Eusebio di Cesarea che ne loda lo zelo apostolico e ci ha conservato importanti frammenti di otto sue lettere inviate ad altre Chiese della Grecia del tempo. In essi troviamo notizie preziose sulle condizioni religiose di alcune città e regioni durante il pontificato di san Sotero, che si svolse tra il 166 e il 175. Il Sinassario Costantinopolitano ricorda san Dionigi il 29 novembre come martire, benché non si conosca nulla di certo sulla sua morte. In Occidente il Martirologio Romano lo riporta all’8 aprile. Il suo corpo fu dato da Innocenzo III nel XIII secolo al monastero di S. Dionigi in Roma. L’8 aprile si ricorda anche san Redento . Vescovo di Ferentino, nella seconda metà del VI secolo, non si sa dove e quando sia nato. Fu ammirato dal papa san Gregorio Magno che lo ricorda nei suoi Dialoghi: Redento era, infatti, monaco benedettino come lui e vissero per qualche tempo nello stesso monastero. San Gregorio racconta una celebre visione che Redento ebbe, nella quale, mentre era raccolto in preghiera, vide una grande tempesta che si abbatteva sull’umanità e sulla Chiesa. Era l’invasione dei barbari, i Longobardi, che più tardi devastò l’Italia e fu tanto terribile da essere considerata come la fine del mondo. Ma Redento, come narra la visione, era desto in preghiera, pronto a vivere nella fede i tragici avvenimenti.