San Babila, vescovo, e i tre fanciulli martiri.
Babila fu vescovo di Antiochia nel 240 circa, e morì martire durante la persecuzione di Decio, verso l’anno 250. Questi dati fondamentali si ricavano dall’opera dello storico Eusebio di Cesarea. Il Martirologio siriaco del 412 e quello Geronimiano, sempre del V secolo, uniscono alla memoria di Babila quella di tre fanciulli martiri. Anche Giovanni Crisostomo ricorda Babila e i tre fanciulli martirizzati con lui. La tradizione siriaca, nel Martirologio di Rabban Sliba ha conservato i nomi dei tre fanciulli: Barbado, di dodici anni, Apollonio, di nove anni e Urbano, di sette anni. Altre notizie lasciateci dal Crisostomo su Babila pongono diversi interrogativi. Se poco ci è stato tramandato con garanzia di storicità sulla vita e il martirio del santo vescovo di Antiochia, ben documentata è la sorte delle sue reliquie, di cui ci dà testimonianza ancora Giovanni Crisostomo. Le spoglie di Babila, sepolte nel cimitero di Antiochia, a metà del secolo IV, furono trasferite nel 351-354 a Dafne. È il primo caso di traslazione di reliquie di cui abbiamo sicura testimonianza. Ma nel 362 l’imperatore Giuliano volle ridare vita al culto pagano e per purificare il terreno sul quale sorgeva il tempio fece trasferire nuovamente le reliquie di Babila ad Antiochia, il che avvenne con grande manifestazione di fede. Nel 380 il vescovo Melezio fece costruire di fronte ad Antiochia un martyrion in onore del santo, dove le sue reliquie furono deposte definitivamente. La memoria liturgica di questo santo di origine siriaca nell’ambito della Chiesa milanese è indice dell’influsso orientale sulla liturgia e sulla vita della Chiesa ambrosiana. * Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2011). Il tema di quest’anno è tratto da At 2,42: "Uniti nell’insegnamento degli apostoli,nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera" Tema di riflessione del giorno: “Fortificati dalla preghiera”. Tra gli aspetti salienti della chiesa di Gerusalemme, insieme alla fedeltà all’insegnamento degli apostoli, alla comunione, allo spezzare il pane, troviamo la vita di preghiera, che si è dimostrata oggi come fonte necessaria del potere e della forza richieste ai cristiani a Gerusalemme, e ovunque.