Gl.3,1-5;Sal.88(89);Rm.8,12-17b;Mt.19,13-15 Furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse:”Lasceteli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli”. (Mt.19,13-14). A Gesù, attorniato dai suoi discepoli, vengono portati dei bambini per benedirli e perché preghi per loro. Il Maestro però non può perdere tempo con dei mocciosi, e cercano di mandarli via, pensando che anche Gesù ne sia infastidito. Possiamo immaginare il loro stupore nel sentirsi invece invitare a diventare piccoli come fanciulli per entrare nel regno dei cieli. La piccolezza evangelica che Gesù chiede, non è però infantilismo. E’ piuttosto la semplicità di chi non conosce doppiezza, ipocrisia, malizia, che non fa calcoli e progetti per il proprio tornaconto, che si fida e si affida con fiducia e totale abbandono. Non dobbiamo cercare grandezze e ricchezze, ma accontentarci e ringraziare anche per quel poco che si riceve, aperti e pronti ad accogliere il nuovo con la curiosità di chi sa che ha sempre da imparare. E’ la perenne giovinezza dello spirito, dono dello Spirito Santo. Preghiamo Signore non si inorgoglisce il mio cuore, non vado in cerca di cose grandi. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia. dal Salmo 130(131).