At 19,1b-7; Sal 106(107); Eb 9,11-15; Gv 1,29-34   «Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo”». (Gv 1,29) Mentre Gesù è in fila con la gente che va a Giovanni per farsi battezzare, questi lo riconosce: «Ecco l’agnello di Dio, Colui che era prima, Colui sul quale è disceso e si è fermato lo Spirito, il Figlio di Dio!». Confessione di fede che suppone il compimento della vicenda terrena di Gesù e la riflessione della prima comunità cristiana e che l’evangelista pone sulla bocca del Battista, l’ultimo dei profeti, per ricapitolare la testimonianza di tutti i profeti. È proprio nel suo stare tra la gente in via di conversione che Gesù viene riconosciuto come colui che salva. Lì dove la sapienza umana non l’avrebbe cercato né atteso, fra i peccatori, Gesù viene e realizza le parole luminose di Isaia a proposito del servo-agnello (Is 53) e dello Spirito dimorante su di lui (Is 61,1-3). Crediamolo: Gesù ha tolto il peccato del mondo! Non è più necessario offrire sacrifici per ricevere il perdono; ci è invece necessario rimanere nel suo amore amandoci gli uni gli altri come lui ci ha amati per avere la pienezza della sua gioia (cfr Gv 15,9-12). Preghiamo Diremo alla generazione futura le lodi del Signore, la sua potenza e le meraviglie che egli ha compiuto. (dal Salmo 77)   [da: La Parola ogni giorno – LA NOSTRA LETTERA SIETE VOI – Santità ministeriale – Pasqua 2011 – Centro Ambrosiano]

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