Lc 24,9-12; Gen 4,1-16; Sal 49(50); Eb 11,1-6; Mt 5,21-24 “…Lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”. (Mt 5, 24) La Genesi ci racconta il parto del primo uomo “nato da donna”…e anche del secondo. Il primo sarà carnefice, il secondo vittima. Comincia così, subito, la tragedia umana. Il sangue della vittima ha il potere di gridare al creatore …e di essere ascoltato. Abele, Gesù. L’autore della lettera agli ebrei ci racconta che il sangue di Gesù è “ancora più eloquente di quello di Abele”( Eb 12,24-25). Già, un sangue che parla! Cosa dice di così misterioso? Ce lo dice il crocefisso: “ Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno.”( Lc 23,34). Quel sangue versato nel calice dell’alleanza nuova, ci rivela Gesù come nostro fratello, come colui che “non ha vergogna di chiamarci fratelli” (Eb 2,11). Gesù è il nostro Abele, viene ad occupare il posto della vittima sulla croce. Da lì il suo sangue grida a Dio per ottenere giustizia. E la ottiene. Il Suo e nostro Padre lo risorgerà il terzo giorno. Anche noi come Caino troveremo un segno sulla nostra fronte, ma questa volta sarà il segno dei perdonati (Ap 7,3; 22,4!) Nel discorso del vangelo di Matteo , il Figlio raccconta suo Padre. Contemplando il volto del Dio di Gesù di Nazareth scopriamo di essere fratelli di quest’Uomo che diversamente da Caino ha accettato di essere il “custode dei suoi fratelli”. A questo Lui ci educa: crescere fino a Cristo o regredire fino a Caino. Preghiamo Offri a Dio un sacrificio di lode E sciogli i tuoi voti all’Altissimo; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria. (dal salmo 49) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]