Gdc 16, 4-5.15-21; Sal 105; Lc 9,57-62 Mentre camminavano per la strada un tale disse a Gesù: “Ti seguirò dovunque tu vada”. E Gesù gli ri-spose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo”. (Lc 57-58) All’aspirante discepolo che generosamente, forse presuntuosamente, certo inconsapevolmente si propone di seguirlo, Gesù prospetta la condivisione della sua stessa sorte: quella di straniero e pellegrino sulla terra (Eb 11,13), di uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo coglie la notte (Sir 36,24ss). Seguire Gesù non significa, però, essere sradicato, ma affondare le proprie radici dov’egli affonda le sue, nella relazione con Padre che l’ha mandato e con lo Spirito che si è posato su di lui. E’ lo stabilirsi saldamente in questo legame che rende possibile comprendere e accogliere le esigenze avanzate da Gesù. In realtà al termine del suo cammino egli troverà dove posare il capo: il legno della croce (Gv 19,30), ma sarà per breve tempo perchè il Padre solleverà il suo capo (Sal 3,4) risvegliandolo dalla morte. Preghiamo Beato chi abita la tua casa, sempre canta le tue lodi. Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il viaggio santo. (dal Salmo 83) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]

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