At 21,40b-22,22; Sal 66; Eb 7,17-26; Gv 16,12-22 «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». (Gv 16, 12-13) Nelle parole di Gesù è evidente ciò che è chiaro per noi, a duemila anni di distanza, e forse non altrettanto a chi visse con lui i tre anni fulminanti sulle strade della Palestina: in questo senso noi invece siamo facilitati, rispetto ai primi discepoli, che pure invidiamo, per il do no incomparabile di vedere e ascoltare il Maestro in persona… Noi sappiamo per esperienza ciò che loro ignoravano: la storia della comunità dei discepoli, la storia stessa del mondo, che l’evento definitivo dell’Incarnazione non può che tagliare in due – prima di Cristo e dopo Cristo – non si concluderà in breve, né dopo la Risurrezione né con il ritorno in cielo del Figlio di Dio: continuerà, e non sappiamo quanto a lungo («Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere» At 1,7) e con quali svolte. Ma sempre nelle mani di Dio. Gesù sa che ai Suoi verrà chiesta una lunga fatica, la catena ininterrotta di una testimonianza che si protrarrà ben al di là della prima generazione che lo ha visto e ne ha parlato: perciò prepara i Suoi a questo viaggio che continuerà oltre la sua Ascensione. Li (e ci) rassicura che accanto a loro (e a noi) rimarrà lo Spirito, a continuare nel tempo la sua opera di “traduzione” della Parola del Padre, del disegno del Padre, nel linguaggio degli uomini, nella storia degli uomini, inesausta e sempre nuova. Preghiamo Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza tra tutte le genti. (dal salmo 66) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]

Ti potrebbero interessare anche: