Es 17,8-15; Sal 120; Lc 5,33-35 Allora Mosè costruì un altare e lo chiamò: ‘Il Signore è il mio vessillo’. (Es 17) Una dura battaglia, un nemico agguerrito impegnano il popolo israelita sulla via verso la Terra Promessa, e rischia di essere sopraffatto. Solo la preghiera incessante di Mosè che alza le braccia al cielo e lascia a Dio di definire le sorti della battaglia porterà la piena vittoria d’Israele. E ciò che conta è che il ricordo non sarà di ciò che il nemico ha fatto, ma dell’amore riversato da Dio sul suo popolo. il testo biblico continua a dire che il cammino verso la libertà e la pienezza di vita è sicuramente irto di difficoltà, ma che l’aiuto di Dio non viene mai meno e non ci vogliono riti magici, ma la piena fiducia in lui. L’evangelista Luca completa il discorso dicendoci che l’incontro con Gesù è come un banchetto nuziale e con lo sposo si gioisce, e questa gioia deve animare dare luce anche ai tempi di fatica e di digiuno. Preghiamo col Salmo Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.