At 13,1-12; Sal 97(98); Gv 7,40b-52 «Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato così!”». (Gv 7,46) In questo brano si parla molto di Gesù pur essendo lui stesso assente. In alcune parti corrisponde al brano dei sinottici della confessione di Cesarea (Mt 16,13ss e paralleli). Questo testo è una dimostrazione di come nessuno può comprendere (= prendere con sé) Gesù se non è attratto dal Padre. C’è molta confusione intorno all’identità del Nazareno. Lasciati a noi stessi, ai nostri criteri, cioè alla nostra “carne”, Gesù resta davvero incom- prensibile. E, se anche riuscissimo ad allungare le mani su di lui per afferrarlo, riusciremmo solo a crocifiggerlo. Paradossalmente (come il centurione di Mc 15,39) le guardie che dovevano arrestarlo fanno l’affermazione più vicina alla verità: «Mai un uomo ha parlato così!». Guai a noi quando pensiamo di conoscere già il vangelo. Guai a noi se pensiamo di poter ingabbiare il Soffio dell’Onnipotente. Guai a noi se non riusciamo più a percepire la forza sovrastante di questa Parola e la sua «bellezza terribile» (Ct 6,10). Ecco una preghiera da rivolgere al Padre: di lasciarci conquistare (Fil 4,12) e attrarre (Gv 6,44.65; 12,32; Ct 1,4) dalla Parola di suo Figlio con lo stupore di chi sa cogliere la differenza tra il vino scadente e il vino buono, nuovo, abbondante (Gv 2,1-12). Preghiamo Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. (dal Salmo 138) [da: La Parola ogni giorno – LA NOSTRA LETTERA SIETE VOI – Santità ministeriale – Pasqua 2011 – Centro Ambrosiano]

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