V giorno dell’ottava di Natale Mi 4, 1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1, 1-10; Mt 2, 19-23 «Paolo, chiamato a essere apostolo… per volontà di Dio,… alla chiesa di Dio che è in Corinto,… insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cri-sto,…: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo!». (1 Cor 1, 1-3) In questi giorni di feria nell’Ottava si leggono gli inizi di alcune delle lettere di Paolo che ci aiutano ad allargare lo sguardo, a riconoscere che il Vangelo corre nella storia e chiama a sé una molteplicità di uomini e donne per essere santi. Corinto, Galazia, Filippi… ma anche Milano, Lecco, Varese… luoghi in cui il Vangelo oggi giunge per convo-care ancora. Prova che è proprio il Vangelo che opera, raggiunge, converte, vivifica, rende santi è il nuovo stile di vita che si esprime in amore, pace, comunione di pensieri e di sentire. Questo nuovo stile esprime il dono della pace che il Natale porta con sé, non come emozione passeggera dettata dai buoni sentimenti del giorno di Natale, ma dalla presenza di Dio che è luce, pace, gioia, salvezza. Testimoni di questa novità di vita sono stati in origine i pastori inviati ad annunciare a tutti gli uomini di buona volontà. Testimoni oggi possono essere i cercatori di Dio, che senza esserne coscienti, tengono alta la domanda di giustizia, di pace, di amore nelle famiglie e nei popoli. Preghiamo Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza in mezzo alle genti narrate la sua gloria a tutti i popoli dite le sue meraviglie. (dal Sal 95)

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