Gen 19,12-29; Sal 118(119) 65-72; Pr 8,32-36; Mt 6,16-18 “Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti. Quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Mt.6,16a.17-18) Duemila anni fa, si parlava di digiuno, oggi di dieta. Si mangia di meno, si fanno delle rinunce perché l’ha ordinato il dottore o per adeguarsi alla moda dello snello è bello. Ci sono ancora tanti, vicino e lontano da noi, che invece devono digiunare perché non hanno cibo sufficiente da mangiare. E’ questo il digiuno di cui parla anche Gesù? Il Signore vuole una cosa sola: il nostro amore. Le rinunce, devono essere modi per esprimere l’amore a Dio, un tentativo per dire che Lui è più importante del cibo, Tv, sigarette, cinema… perché di tutto ciò posso anche farne a meno, ma al mio Dio non posso rinunciare. I gesti di amore non si ostentano, sono nascosti nel pudore della riservatezza e nella bellezza dell’esclusività al solo amato. Ampiamente ripagati con la Parola e il Pane eucaristico che saziano la fame di Dio, cibo che nutre l’anima, e che appaga anche il corpo di gioia e di pace. Preghiamo Apro anelante la bocca perché desidero i tuoi comandamenti. Purissima è la tua parola il tuo servo la predilige. dal Salmo 118(119)

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