Gen 28,10-22; Sal 118 (119),105-112; Pr 24,11-12; Mt 7,13-20 «Libera quelli che sono condotti alla morte e salva quelli che sono trascinati al supplizio. Se tu dicessi: “Io non lo sapevo”, credi che non l’intenda colui che pesa i cuori? Colui che veglia sulla vita lo sa; egli renderà a ciascuno secondo le sue opere». (Pr 24,11-12) Liberare i condotti a morte e salvare dal supplizio, ecco l’esortazione rivolta al figlio. Riecheggia l’ordine di Dio che impedisce di uccidere Caino, l’assassino del fratello Abele. Ricordiamoci che Dio veglia sulla vita di ciascuno e nel giudizio ricompenserà in base alle opere compiute, perciò facciamo tutto sotto il suo sguardo. Il Figlio di Dio, all’inizio della vita pubblica, nel vangelo di Luca legge e applica a sé il brano di Isaia, che parla di un inviato ad annunziare la buona novella e a liberare i prigionieri. Gesù è venuto, ha annunziato, ha salvato e liberato perché l’uomo aveva bisogno di ciò. Dall’albero della croce è nato il frutto buono della nostra redenzione e tutti ne possono cogliere. Preghiamo Assisti, Signore, il tuo popolo e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. (dalla Liturgia) [da: La Parola ogni giorno – NASCERE DA ACQUA E SPIRITO – Santità battesimale – Quaresima 2011 – Centro Ambrosiano]

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