Gen 29,31-30,2.22-23; Sal 118(119),113-120; Pr 25,1.21-22; Mt 7,21-29 «Anche questi sono Proverbi di Salomone, raccolti dagli uomini di Ezechia, re di Giuda. Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere, perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà». (Pr 25,1.21-22) Questi consigli, dati nel clima della legge del taglione, sono decisamente un grosso passo in avanti nella via dell’amore fraterno. Dar da mangiare e da bere al nemico, mettendo da parte ogni ritorsione o vendetta, è un andare contro corrente, un vero superamento delle divisioni e un invito al perdono. Tut tavia il ripagare il male col bene, motivato dal pensiero della ricompensa divina è ancora un gesto lontano dalla logica evangelica dell’amare il nemico. Gesù, sulla croce, ha insegnato ad amare gratuitamente tutti, anche chi lo stava uccidendo. Amare così, è fondare la nostra vita sulla pace e serenità, perché non avremo più nemici e riceveremo la ricompensa della vita eterna. Preghiamo Infiamma, o Padre, i nostri cuori con lo Spirito del tuo amore, perché pensiamo e operiamo secondo la tua volontà e ti amiamo nei fratelli con sincerità di cuore. (dalla Liturgia) [da: La Parola ogni giorno – NASCERE DA ACQUA E SPIRITO – Santità battesimale – Quaresima 2011 – Centro Ambrosiano]