Ascensione del Signore At 1,6-13a; Sal 46(47); Ef 4,7-13; Lc 24,36b-53 «Toccatemi e guardate. Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». (Lc 24,39) Il risorto è il crocifisso. Dio si è lasciato segnare dalla storia umana: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul braccio…» (Ct 8,6). Il risorto porta nelle sue mani e nei suoi piedi il sigillo delle stimmate. L’amore fatto di “passione”, passato vincitore attraverso la morte, ne porta per sempre, su di sé, i segni. Gesù è vivo. Adesso. Noi non ricordiamo le grandi gesta di un «Ei fu…». «Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!» (Eb 13,8). Il giovane rabbino errante per le strade della Palestina, crocifisso e risorto, è vivente oggi; non è un fantasma. Ancora oggi, asceso al Padre e sottratto alla nostra vista, egli ci apre la mente all’intelligenza delle scritture e ci riveste di potenza dall’alto; ci fa sperimentare la forza del suo amore e ci chiede di raccontarlo, testimoniando che, in Cristo, le “grandi acque” della morte non hanno potuto spegnere l’amore di colui che ha dato se stesso per noi. Preghiamo Cantate inni a Dio, cantate inni, perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. (dal Salmo 46) [da: La Parola ogni giorno – LA NOSTRA LETTERA SIETE VOI – Santità ministeriale – Pasqua 2011 – Centro Ambrosiano]