Dedicazione del Duomo di Milano Is 60,11-21 [1Pt 2,4-10]; Sal 117; Eb 13,15-17.20-21; Lc 6,43-48 Domenica della Dedicazione ha marcato la parte terminale dell’anno liturgico ambrosiano fin dall’antichità, in consonanza con la tradizione liturgica della Chiesa di Antiochia, e la sua rilevanza è pari alle maggiori solennità, quali Natale, Epifania, Pasqua e Pentecoste. La liturgia della Parola nelle domenicahe che seguono, fino alla prima di Avvento, spinge il proprio sguardo ad abbracciare i confini del mondo, investiti dal mandato missionario e destinatari dell’universale vocazione alla salvezza. Gesù nella festa della dedicazione del tempio di Gerualemme appare come il vero tempio nel quale Dio inabita; coloro che aderiscono alla fede lo riconoscono, ne ascoltano la voce e ne ricevono la vita. Questo è il tempio vero di Dio: non una semplice costruzione di pietre, ma Gesù Cristo e il suo corpo che è la Chiesa. La Chiesa, popolo di Dio, è il luogo della presenza di Dio e della sua manifestazione. "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?", ci interpella l’apostolo Paolo confermandoci che chi cercherà di distruggere tale tempio, sarà distrutto da Dio perchè santo è il tempio di Dio. Preghiamo col Salmo Lodate il signore, nazioni tutte, voi tutti, popoli, dategli gloria, perchè forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre.

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