Eb 10, 37-39; Sal 88 (89); Mt 1, 18-25 «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa». (Mt 1,2) Contro ogni umana logica, contro ogni possibile fraintendimento e incomprensione Giuseppe accoglie Maria nella sua casa. Pur senza conoscerla, Giuseppe l’accoglie con sé. E con lei vive un’inseparabile comunione d’amore che ha il suo fondamento in quel Dio-con-noi che viene per condividere tutto dell’esistenza dell’uomo. Tra i tanti modi che l’uomo ha di accogliere il Dio che viene, quello di Giuseppe è il più sorprendente, e il più bello. Pur senza nulla comprendere, pur senza averne chiara consapevolezza, accogliendo con sé Maria, Giuseppe lo accoglie in sé. Dio viene. Da sempre. Senza nulla chiedere. Possiamo accoglierlo. O no. Accoglierlo significa essere disposti ad aprirsi all’amore misericordioso di Dio verso i fratelli e le sorelle; significa uscire da sé, andare oltre le proprie certezze e paure, per accogliere l’altro che, ogni giorno, ci si fa incontro o ci vive accanto. A patto di essere disposti a vivere con l’altro quella comunione inseparabile che Dio vive con noi da sempre! Preghiamo Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «È un amore edificato per sempre». (dal Sal 89)