Rut 3, 8-18; Sal 106 (107); Est 8, 3-7a. 8-12; Lc 1, 63-80 «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo». (Lc 1, 68) Il cantico di Zaccaria rivela la tenerezza e l’amore misericordioso di Dio che ha riguardato il suo popolo, riscattandolo dall’infedeltà e ricolmandolo di perdono! Con Zaccaria non solo contempliamo il disegno di Dio che, nella pienezza dei tempi, ci ha parlato nel Figlio per ricapitolare in Lui, ma siamo invitati a renderlo evidente e concreto nella novità della nostra esistenza quotidiana. Qui è custodito il senso della nascita di Gesù nella carne. E le condizioni per viverlo. Celebrare il Natale è non solo fare memoria della tenerezza e dell’amore misericordioso con cui Dio, quotidianamente, ci riguarda, donando a noi, nel Figlio suo, quella luce che rischiara le nostre tenebre, ma diventa insieme invito alla conversione vissuta in quella fraterna gioiosa comunione tra di noi che ci inserisce concretamente nell’inseparabile comunione con Lui. Solo così l’annuncio gioioso: È nato il Signore! può veramente risuonare nella vita quotidiana ed essere portato con forza agli uomini di tutto il mondo. Preghiamo Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell’oppressore e ha radunato da terre diverse. (dal Sal 106)

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