Ebrei: prima sera di Chanukkà (1) Ez 35, 1; 36, 1a. 8-15; Sal 147; Eb 9, 11-22; Mt 21, 28-32 «In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio». (Mt 21, 31) Attraverso l’essenzialità di questa parabola che ci pone di fronte all’esempio opposto del comportamento di due fratelli, si rimane colpiti dalla chiarezza con la quale si deduce che sono le opere a fare la volontà di Dio. I proclami ai quali non fa seguito l’azione sono un’apparenza che offusca la nostra adesione al vangelo. Molte parole giuste possono trasformarsi in luoghi comuni, molti riti sacri in rituali senza più significato. Lo scambio della pace durante la celebrazione eucaristica può diventare una fredda maldicenza nel tratto di strada dal sagrato della Chiesa a casa propria. Molte adesioni a Dio si tramutano in atti formali se ad esse non si collega l’autenticità di un gesto che è fatica di entrare in se stessi, che è legame profondo con l’altro, che è azione di ospitalità, di fratellanza, di dedizione, di responsabilità. Leggendo il brano di Matteo si coglie quasi simpatia per il fratello che sa tornare sui suoi passi, che ha il coraggio di ripensare alla sua risposta per trasformare il no della parola detta in un sì dell’opera compiuta. Ecco come la riflessione di chi apparentemente nega Dio con le sue scelte di vita può diventare autentico percorso di conversione e di apertura a Dio. Preghiera Perciò avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. Al contrario, abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni coscienza umana, al cospetto di Dio. (2 Cor 4, 1-2) [1- Festa della Dedicazione, in ricordo della nuova consacrazione del tempio di Gerusalemme. Si accende una candela al giorno per nove giorni nel candelabro a nove bracci, il nono braccio serve per accendere i vari lumini]

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