Ez 3, 1-15; Sal 75 (76); Gl 2, 21-27; Mt 9, 16-17 «Mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo». (Ez 3, 1) Della Parola si può e si deve fare una esperienza esistenziale, ci si deve nutrire e percepirne anche con i sensi la presenza e l’efficacia: o la Parola è un nutrimento reale della vita o non offre nulla che sia significativo per la vita dell’uomo. Ciò che sostiene la missione del battezzato è la certezza che ciò che è chiamato ad annunciare è per il bene dell’uomo, non è una parola secondaria, marginale, una tra le tante. Ma la Parola è anzitutto per chi la deve annunciare, è la nostra sorgente, è la nostra gioia. L’esperienza del mangiare la Parola sia per noi quotidiana, sia reale nutrimento per la nostra fede che diventa allora visibile e credibile. La nostra vita, nutrita da un cibo che non mancherà mai, sarà anticipazione della vita piena nella casa del Padre. Preghiamo O Dio, tu sei il mio Dio dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. (dal Sal 63)

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