Ne 13,23-31; Sal 118; Lc 14,1a.7-11 Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. (Lc 14) Le parole di Gesù suonano davvero strane, fuori luogo e fuori tempo per questo nostro presente dove, al contrario, chi si può vantare ed apparire il più forte viene premiato e riconosciuto vincente. Eppure, la verità è altra. Gesù non vuol dire che chi è prono e senza determinazione sarà esaltato nel suo Regno, ma chi non pretende di essere primo, chi riconosce la propria finitezza e il dono di grazia che Dio continuamente gli riserva: questi sì sarà invitato ad occupare un posto di rilievo davanti a Dio. Il nocciolo dell’insegnamento è sempre quello di riconoscersi ‘servo inutile’, e conservarsi fedele alla parola e al disegno di Dio, mettendo in campo tutti i talenti che abbiamo ricevuto da impiegare: sarà il Signore stesso ad invitare l’amico fedele ad avanzare nei posti del suo banchetto. Preghiamo col Salmo Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi. Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti e con grande fedeltà.

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