Gen 13,1b-11; Sal 118(119),33-40; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37 “Ma io vi dico:chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Ma io vi dico:non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare:”Sì,sì”, ”no,no”. (Mt.5,32.34a.37a) Gesù l’aveva detto che non era venuto ad abolire, ma a perfezionare la legge. Ecco due esempi. Se Mosè aveva permesso di ripudiare la moglie, ora Gesù dice che ciò non è possibile. Non solo non devi divorziare da tua moglie, ma non puoi nemmeno prenderti una donna ripudiata, diventi adultero. Anche oggi! E’ una morale dura? No, se al centro della mia vita e delle mie scelte non metto l’io e il suo egoismo, ma Dio e la sua volontà. Giurare a Dio era permesso, poi si era tenuti ad adempire ciò per cui ci si era impegnati. Giurare per Dio chiamandolo a testimonio di quanto fatto, era possibile. Gesù però esorta a trovare in se stessi la coerenza delle proprie scelte, diventando credibili senza impegnare la credibilità di Dio. Onestà e rettitudine danno veracità e attendibilità al nostro parlare, senza scomodare Dio. Senza dimenticare che la schiettezza va a braccetto con la sobrietà del parlare. Preghiamo Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre. Venga a me, Signore, la tua grazia. Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera. Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti. dal Salmo 118(119)

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