Lunedi 23 Agosto 2010 LETTURA Lettura del libro di Neemia 9, 1-15. 36-10, 1 Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestìti di sacchi e coperti di polvere. I discendenti d’Israele si separarono da tutti gli stranieri e in piedi confessarono i loro peccati e le colpe dei loro padri. Si alzarono in piedi e lessero il libro della legge del Signore, loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi confessarono i peccati e si prostrarono davanti al Signore, loro Dio. Giosuè, Banì, Kadmièl, Sebanìa, Bunnì, Serebìa, Banì e Chenanì salirono sulla pedana dei leviti e invocarono a gran voce il Signore, loro Dio. I leviti Giosuè, Kadmièl, Banì, Casabnìa, Serebìa, Odìa, Sebanìa e Petachìa dissero: / «Alzatevi e benedite il Signore, vostro Dio, / da sempre e per sempre! / Benedicano il tuo nome glorioso, / esaltato al di sopra di ogni benedizione / e di ogni lode! / Tu, tu solo sei il Signore, / tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli / e tutto il loro esercito, / la terra e quanto sta su di essa, / i mari e quanto è in essi; / tu fai vivere tutte queste cose / e l’esercito dei cieli ti adora. / Tu sei il Signore Dio, che hai scelto Abram, / lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei / e lo hai chiamato Abramo. / Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te / e hai stabilito con lui un’alleanza, / promettendo di dare la terra dei Cananei, / degli Ittiti, degli Amorrei, dei Perizziti, / dei Gebusei e dei Gergesei, / di darla a lui e alla sua discendenza; / hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto. / Tu hai visto l’afflizione dei nostri padri in Egitto / e hai ascoltato il loro grido presso il Mar Rosso; / hai operato segni e prodigi contro il faraone, / contro tutti i suoi servi, / contro tutto il popolo della sua terra, / perché sapevi che li avevano trattati con durezza, / e ti sei fatto un nome che dura ancora oggi. / Hai aperto il mare davanti a loro / ed essi sono passati in mezzo al mare sull’asciutto; / quelli che li inseguivano hai precipitato nell’abisso, / come una pietra in acque impetuose. / Li hai guidati di giorno con una colonna di nube / e di notte con una colonna di fuoco, / per rischiarare loro la strada su cui camminare. / Sei sceso sul monte Sinai / e hai parlato con loro dal cielo, / e hai dato loro norme giuste e leggi sicure, / statuti e comandi buoni; / hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato / e hai dato loro comandi, statuti e una legge / per mezzo di Mosè, tuo servo. / Hai dato loro / pane del cielo per la loro fame / e hai fatto scaturire / acqua dalla rupe per la loro sete, / e hai detto loro di andare / a prendere in possesso la terra / che avevi giurato di dare loro. / Oggi, eccoci schiavi; / e quanto alla terra che tu hai concesso ai nostri padri, / perché ne mangiassero i frutti e i beni, / ecco, in essa siamo schiavi. / I suoi prodotti abbondanti sono per i re, / che hai posto su di noi a causa dei nostri peccati / e dispongono dei nostri corpi / e del nostro bestiame a loro piacimento, / e noi siamo in grande angoscia. / Tuttavia noi vogliamo sancire un patto e lo mettiamo per iscritto. Sul documento sigillato figurino i nostri capi, i nostri leviti e i nostri sacerdoti». SALMO Sal 76 (77) ® Signore, noi siamo il gregge del tuo pascolo. La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti. Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore, nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi. ® Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando. Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia? ® E ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo». Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. ® VANGELO Lettura del Vangelo secondo Luca 13, 10-17 In quel tempo. Il Signore Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.