Il delicato intervento sulla statua trecentesca, ma che la tradizione voleva consacrata dallo stesso sant'Ambrogio, era iniziato nel 2007. L'«icona» è posta come ideale compimento della Via Sacra del santissimo Rosario.
Redazione
13/11/2008
La statua, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, è normalmente ascritta all’inizio del XIV secolo. La sua pur apprezzabile antichità ha consentito che la tradizione popolare la identificasse come quella consacrata nel 389 da Ambrogio durante la celebrazione in ringraziamento per la vittoria qui riportata sugli ariani, secondo il suggestivo racconto che solo dal tardo XV secolo ha affermato l’origine ambrosiana della devozione mariana sul monte “sopra Velate”.
Questa Madonna lignea, che dall’inizio del XVII secolo risulta essere stata avvolta in ampie vesti ricamate, èla Vergine che, incoronata insieme al Bambino nella nicchia sopra l’altare maggiore del Santuario di S. Maria del Monte, dà compimento al percorso della grandiosa Via Sacra del SS. Rosario, di cui sono stati recentemente ricordati i quattrocento anni. Nell’insieme del maestoso altare barocco in cui fu allora collocata la statua lignea, ora recuperata grazie al restauro, essa rappresenta il quindicesimo e ultimo mistero del Rosario, l’Incoronazione della Vergine.
Il simulacro ligneo di S. Maria del Monte è stato accostato in epoca recente a un gruppo significativo di sculture lignee trecentesche di manifattura lombarda tra le quali si segnalano la Madonna col Bambino oggi esposta nella Pinacoteca Civica di Como, la Madonna con il Bambino conservata nella sagrestia della basilica di S. Martino di Treviglio (Bg), la Madonna con il Bambino donata da papa Paolo VI nel 1978 ai Musei Vaticani . Interessante è anche il confronto con la Madonna con il Bambino che è nella chiesa di Santa Maria Annunciata a Oggiona, presso Gallarate, proveniente dalla chiesa di S. Vittore.
Il restauro è stato avviato nel 2007. L’opera versava in condizioni molto critiche e sembrava aver subito un massiccio attacco da parte di insetti xilofagi. Le indagini diagnostiche hanno dimostrato però che i gravi fenomeni di degrado dipendevano dai numerosi interventi di manutenzione (l’ultimo della fine degli anni ’50 del secolo scorso), spesso attuati con sovrapposizioni di materiali non idonei.
Dopo l’intervento di disinfestazione in atmosfera modificata e il consolidamento del supporto, si è proceduto alla rimozione delle ridipinture più recenti fermando il lavoro al piano cromatico settecentesco, già fortemente lacunoso, corrispondente all’intervento di manutenzione che aveva operato profonde trasformazioni formali con stucchi, camottature (rivestimenti in tela di parti ammalorate) e aggiunte lignee. Benché fosse grande il desiderio di ricerca della vera immagine della Madonna del Monte , ha prevalso l’idea di non ridurre a rudere un oggetto che non è solo un’opera d’arte, ma che è soprattutto un’icona religiosa esposta tutto l’anno sull’altare maggiore del Santuario.
L’onere del delicato intervento è stato interamente sostenuto dalla Banca Popolare di Milano su iniziativa dell’Associazione Amici del Sacro Monte.