Durante l’ultimo violento temporale di fine estate, un fulmine ha sradicato un grande albero del parco di Villa Sacro Cuore.
L’ho guardato a lungo con tristezza e ho anche parlato di Lui al Signore, perché mi sono accorto che la mia ormai lunga vita è come un vecchio albero.
Ciononostante a volte sento rifiorire in me la gioia dell’infanzia: cerco il Signore come un bambino cerca il Padre e la Madre e mi accontento solo se mi sento nelle loro braccia.
Tra i rami di quest’albero (che sono io)giocano i raggi del sole che tutto lo illuminano: così sembra proprio ancora capace di produrre foglie per una rinfrescante ombra.
La gente si interessa meno di me, ma io continuo a sentirmi utile a loro e con più profondità: penso alle loro radici e alla linfa dalla Grazia che continua a scorrere sulle loro vene.
Il cuore della mia pianta è abitata da Gesù e, ogni giorno, ho paura del fulmine che abbatterà il mio tronco.
Al giudizio del fuoco di Dio, che cosa si salverà della mia pianta?
Sono quasi pronto a incontrarmi con Lui, ma non ho paura della luce rossastra del Suo fuoco perché sono sicuro che la luce d’orata del Suo Amore!
La mia anima è tesa all’Infinito: la cima alta della mia chioma non solo tocca quasi il Cielo, ma arriva più in alto ancora: è già con Lui!