Dal Natale 2008 al Natale 2009, come è cresciuta e si è sviluppata l’iniziativa di solidarietà lanciata dall’Arcivescovo in favore di chi ha perso l’impiego. Il totale dei contributi pervenuti è pari a 6.588.503,89 euro, di cui 5.053.405,00 euro già distribuiti a 2333 famiglie nel bisogno
di Mauro COLOMBO
A un anno di distanza il “sogno” confessato dal cardinale Tettamanzi nel corso dell’omelia della Messa di Mezzanotte del Natale 2008 – quello, cioè, di dare un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica e lavorativa – è ormai una realtà concreta. Il Fondo Famiglia-Lavoro – “neonato” in quel Natale e poi istituito ufficialmente con decreto il 23 gennaio 2009 – è cresciuto, si è sviluppato e si è consolidato nell’attenzione e nei comportamenti della comunità ambrosiana.
Al 23 dicembre 2009 il totale dei contributi pervenuti è pari a 6.588.503,89 euro, di cui 5.053.405,00 euro già distribuiti a 2333 famiglie nel bisogno rilevate sul territorio della Diocesi. Le offerte provengono da 676 versamenti di parrocchie, 232 da enti e società e 2765 da privati cittadini.
Tra i contributi, spiccano ovviamente quelli della Fondazione Cariplo, che subito affiancò al milione di euro messo inizialmente a disposizione dall’Arcivescovo un proprio stanziamento di eguale importo e che, dopo l’estate, ha provveduto a un’ulteriore donazione di 500 mila euro. Poi ci sono 802.879 euro donati da enti e società, 1.400.954 euro provenienti da 2765 offerte di privati e 1.121.588,03 euro offerti dai fedeli in parrocchia.
La “mappa” della Diocesi è costellata di significative “storie di solidarietà” legate ad altrettanti contributi al Fondo: dai ragazzi di Dergano e Origgio alle donazioni degli stranieri immigrati, dal contributo dei Canonici del Duomo a quello del Comitato di quartiere di Precotto, dalle donazioni di numerose parrocchie e decanati fino alla decisione della Lampre (azienda-leader nei laminati d’acciaio) che ha devoluto al Fondo l’equivalente degli omaggi natalizi.
Fondamentale, nell’iniziativa diocesana, è stato l’apporto dei circa 500 volontari messi a disposizione in particolare dalla Caritas Ambrosiana e dalle Acli. Dopo un’opportuna formazione, sono stati impiegati nei 104 Distretti creati in ciascuno dei 74 Decanati per accogliere le domande dei richiedenti, vagliarle e trasmetterle al Consiglio di gestione incaricato di provvedere all’erogazione dei contributi; a loro l’Arcivescovo ha voluto recentemente esprimere personalmente il suo ringraziamento.
Il Consiglio ha analizzato 3247 domande di aiuto, riconoscendo l’idoneità e dando l’approvazione a 2333, per un’erogazione complessiva di 5.053.405,00 euro. Questo l’identikit del richiedente medio: uomo (nel 75% dei casi), italiano (51%), coniugato (73%), di età compresa tra i 31 e i 50 anni (71%), con figli minori (82%), operaio specializzato o generico (70%), disoccupato da meno di un anno (72%), con un reddito familiare inferiore a 500 euro mensili (46%), spese mensili inferiori a 500 euro (78%) e carico debitorio inferiore a 750 euro (76%); vive in casa in affitto con contratto di edilizia privata (43%) o in casa di proprietà (33%)
Importante è stata anche l’attività di informazione e sensibilizzazione, attuata attraverso gli opportuni strumenti pubblicitari: un primo logo, successivamente aggiornato, volantini, manifesti, una campagna di maxiposter durante l’estate e uno specifico messaggio trasmesso sul maxischermo in Piazza Duomo nelle ultime settimane.
La “campagna”, però, non si è limitata a informare sulle modalità per contribuire al Fondo, ma ha avuto anche una precisa valenza formativa, in linea con le indicazioni dell’Arcivescovo, che oltre a esortare a partecipare solidarmente all’iniziativa diocesana aveva auspicato anche una decisa “virata” verso comportamenti e stili di vita più sobri. In questo senso sono stati prodotti sussidi, schede e altro materiale utile alla riflessione personale e comunitaria e al discernimento.
Da sottolineare in questa ottica, infine, il contributo offerto all’attenzione generale dal volume Non c’è futuro senza solidarietà (San Paolo), nel quale l’Arcivescovo ha riassunto le sue riflessioni sulla crisi economica e sull’aiuto della Chiesa, ripercorrendo l’intuizione del Fondo e la visione generale che lo anima.