Il presidente provinciale Bottalico fa il bilancio del primo anno di impegno dell'associazione nell'iniziativa voluta dal cardinale Tettamanzi
di Gianni BOTTALICO Presidente delle Acli di Milano Monza e Brianza
Redazione
Durante l’anno scorso le Acli della provincia di Milano, Monza e Brianza presenti nel territorio della Diocesi si sono mobilitate per contribuire insieme alla Caritas alla gestione del Fondo famiglia-lavoro per quanti hanno perso il lavoro a causa della crisi, istituito dal cardinale Tettamanzi e annunciato poco più di un anno fa durante la sua omelia nella notte di Natale.
Abbiamo colto innanzitutto in questa iniziativa un alto valore educativo, rafforzato dal vasto impatto comunicativo avuto finora. Essa ha saputo indicare ai fedeli della Diocesi e alla società milanese quel segno capace di coordinare, quasi di dare il “la” a un concerto di solidarietà che si estende a tutti gli uomini di buona volontà.
Infatti, come ha ribadito l’Arcivescovo nel suo ultimo Discorso alla città, è la solidarietà a rendere “grande” una città. Questo lo si vede maggiormente nel periodo che stiamo attraversando, nel quale persistono forti preoccupazioni per il futuro dell’economia e per il mantenimento dei livelli occupazionali sul nostro territorio.
Essendo state chiamate dall’Arcivescovo, insieme alla Caritas, alla gestione del Fondo, le Acli hanno potuto constatare l’estrema opportunità del progetto non solo e non tanto per l’aiuto offerto di tipo economico (la straordinaria somma raccolta in poco più di un anno di oltre 7 milioni rappresenta pur sempre una goccia nel mare delle difficoltà), ma anche per la possibilità di un ascolto dignitoso, di una attenta comprensione e lettura del disagio e dei bisogni, non lasciati a se stessi ma posti al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per trovare sostegni per progettare il futuro.
In questi mesi le Acli, attraverso i propri circoli hanno offerto il loro contributo in molti modi: attivandosi per dar vita a momenti di ascolto e incontro delle famiglie in difficoltà, raccogliendo fondi per alimentare le risorse economiche disponibili, realizzando eventi sociali e interventi di sensibilizzazione pubblica, coadiuvando la Caritas nella gestione organizzativa e operativa delle attività del fondo.
In questo senso le Acli hanno tratto impulso e nuove motivazioni dal coinvolgimento nel Fondo per realizzare iniziative come il “Punto Famiglia”, spazi polivalenti aperti alle progettualità del sistema aclista in favore della esigenze della famiglia, o come l’Osservatorio Lavoro delle Acli, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di sociologia dell’Università cattolica per monitorare, a livello del territorio della Diocesi di Milano, l’andamento della crisi sul territorio e per individuare gli auspicabili segnali di ripresa.
Stiamo inoltre pensando di non limitarci alla lettura dei dati che provengono dal mondo del lavoro, ma di estendere il monitoraggio ai dati di cui dispongono i nostri servizi sul territorio (dichiarazione dei redditi, successioni, pratiche Isee, pratiche pensionistiche, ricerca colf, assistenza anziani e disabili, ecc). In tal modo contiamo di riuscire ad avere a disposizione dati da confrontare con quelli dei sindacati e delle istituzioni, e sui quali modellare i nostri servizi sul territorio, nell’ottica dei “Punti famiglia”, di una più organica organizzazione di sistema dei nostri servizi e di un’iniziativa politica più efficace perché aderente con generosità alle istanze del popolo e non autoreferenziale. In questo modo pensiamo di poter meglio qualificare la nostra presenza nell’ambito parrocchiale ed ecclesiale, adempiendo a una nostra specifica missione.
Ma la solidarietà deve tradursi anche in impegno concreto: le Acli hanno accolto l’appello della Diocesi e grazie all’impegno dei circoli che hanno promosso iniziative sul territorio a sostegno della raccolta di offerte e alla generosità degli iscritti che hanno destinato l’equivalente di pensieri e cene di Natale al Fondo, arrivando così a poter offrire 100 mila euro per il Fondo famiglia-lavoro.
Dopo più di un anno di impegno per il Fondo possiamo affermare che sono molte di più le cose che abbiamo ricevuto, in termini di apertura agli altri, di una conseguente maggiore consapevolezza del ruolo e degli obiettivi di servizio delle Acli, di quanto possiamo aver dato. Anche di questo dobbiamo essere grati all’Arcivescovo. Durante l’anno scorso le Acli della provincia di Milano, Monza e Brianza presenti nel territorio della Diocesi si sono mobilitate per contribuire insieme alla Caritas alla gestione del Fondo famiglia-lavoro per quanti hanno perso il lavoro a causa della crisi, istituito dal cardinale Tettamanzi e annunciato poco più di un anno fa durante la sua omelia nella notte di Natale.Abbiamo colto innanzitutto in questa iniziativa un alto valore educativo, rafforzato dal vasto impatto comunicativo avuto finora. Essa ha saputo indicare ai fedeli della Diocesi e alla società milanese quel segno capace di coordinare, quasi di dare il “la” a un concerto di solidarietà che si estende a tutti gli uomini di buona volontà.Infatti, come ha ribadito l’Arcivescovo nel suo ultimo Discorso alla città, è la solidarietà a rendere “grande” una città. Questo lo si vede maggiormente nel periodo che stiamo attraversando, nel quale persistono forti preoccupazioni per il futuro dell’economia e per il mantenimento dei livelli occupazionali sul nostro territorio.Essendo state chiamate dall’Arcivescovo, insieme alla Caritas, alla gestione del Fondo, le Acli hanno potuto constatare l’estrema opportunità del progetto non solo e non tanto per l’aiuto offerto di tipo economico (la straordinaria somma raccolta in poco più di un anno di oltre 7 milioni rappresenta pur sempre una goccia nel mare delle difficoltà), ma anche per la possibilità di un ascolto dignitoso, di una attenta comprensione e lettura del disagio e dei bisogni, non lasciati a se stessi ma posti al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per trovare sostegni per progettare il futuro.In questi mesi le Acli, attraverso i propri circoli hanno offerto il loro contributo in molti modi: attivandosi per dar vita a momenti di ascolto e incontro delle famiglie in difficoltà, raccogliendo fondi per alimentare le risorse economiche disponibili, realizzando eventi sociali e interventi di sensibilizzazione pubblica, coadiuvando la Caritas nella gestione organizzativa e operativa delle attività del fondo.In questo senso le Acli hanno tratto impulso e nuove motivazioni dal coinvolgimento nel Fondo per realizzare iniziative come il “Punto Famiglia”, spazi polivalenti aperti alle progettualità del sistema aclista in favore della esigenze della famiglia, o come l’Osservatorio Lavoro delle Acli, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di sociologia dell’Università cattolica per monitorare, a livello del territorio della Diocesi di Milano, l’andamento della crisi sul territorio e per individuare gli auspicabili segnali di ripresa.Stiamo inoltre pensando di non limitarci alla lettura dei dati che provengono dal mondo del lavoro, ma di estendere il monitoraggio ai dati di cui dispongono i nostri servizi sul territorio (dichiarazione dei redditi, successioni, pratiche Isee, pratiche pensionistiche, ricerca colf, assistenza anziani e disabili, ecc). In tal modo contiamo di riuscire ad avere a disposizione dati da confrontare con quelli dei sindacati e delle istituzioni, e sui quali modellare i nostri servizi sul territorio, nell’ottica dei “Punti famiglia”, di una più organica organizzazione di sistema dei nostri servizi e di un’iniziativa politica più efficace perché aderente con generosità alle istanze del popolo e non autoreferenziale. In questo modo pensiamo di poter meglio qualificare la nostra presenza nell’ambito parrocchiale ed ecclesiale, adempiendo a una nostra specifica missione.Ma la solidarietà deve tradursi anche in impegno concreto: le Acli hanno accolto l’appello della Diocesi e grazie all’impegno dei circoli che hanno promosso iniziative sul territorio a sostegno della raccolta di offerte e alla generosità degli iscritti che hanno destinato l’equivalente di pensieri e cene di Natale al Fondo, arrivando così a poter offrire 100 mila euro per il Fondo famiglia-lavoro.Dopo più di un anno di impegno per il Fondo possiamo affermare che sono molte di più le cose che abbiamo ricevuto, in termini di apertura agli altri, di una conseguente maggiore consapevolezza del ruolo e degli obiettivi di servizio delle Acli, di quanto possiamo aver dato. Anche di questo dobbiamo essere grati all’Arcivescovo. – – I regali dei gemellini per chi perde il lavoro