Nell'incontro in sessione congiunta di sabato 5 giugno a Rho, i segretari dei due organismi - luoghi di esercizio della corresponsabilità nel suggerire le linee pastorali - hanno tracciato un bilancio del mandato 2005-2010 e anche suggerito alcuni spunti per il futuro


Redazione

Con la sessione congiunta presieduta dall’Arcivescovo sabato 5 giugno a Rho, si è concluso il mandato 2005-2010 sia del Consiglio pastorale diocesano, sia del Consiglio presbiterale. È stata dunque l’occasione per fare una valutazione del lavoro svolto, in un incontro che ha avuto all’ordine del giorno anche il percorso pastorale per l’anno 2010-2011.
«Il bilancio di questi cinque anni è nel complesso positivo – ha spiegato nel suo intervento Alberto Fedeli, segretario del Consiglio pastorale diocesano -, anche se non sono mancate fatiche. È stato il mandato dei “cantieri aperti”, che ha richiesto una particolare attenzione proprio alle implicazioni pastorali delle scelte diocesane. Il Consiglio ha saputo accompagnare queste scelte e anche anticiparle; penso in particolare alle sessioni sui temi dell’Assemblea sinodale del clero, sulla pastorale giovanile, sulle comunità pastorali, sulla pastorale vocazionale, sull’iniziazione cristiana». Fedeli ha confermato che l’Arcivescovo ha inteso in «modo forte» il ruolo del Consiglio, che è composto soprattutto da laici, non come cassa di risonanza di scelte già compiute, ma come reale luogo di esercizio della corresponsabilità nel consigliare le linee di pastorale diocesana. «Non è mancata sessione in cui il Consiglio non abbia riflettuto sulla questione di fondo posta dal magistero del nostro Arcivescovo – ha sottolineato -, ossia la conversione pastorale delle nostre comunità in chiave missionaria, per una “Chiesa comunione missionaria”, capace di valorizzare tutti i ministeri e i carismi nella corresponsabilità pastorale per l’unica missione evangelizzatrice». Fedeli ha ricordato, inoltre, che il Consiglio è stato chiamato a lavorare anche su grandi temi in cui si gioca l’impegno delle nostre comunità, quali la scuola, la cultura della carità, l’impegno missionario, la formazione degli operatori pastorali, la comunicazione. Infine, in vista dei lavori del Consiglio pastorale diocesano nel prossimo mandato, il segretario Fedeli ha suggerito che «va curato maggiormente il collegamento con i Decanati, mediato dalle riunioni di Zona, e un lavoro sinergico con il Consiglio presbiterale e con l’Assemblea dei Decani».
Anche il Consiglio presbiterale, in questi anni, ha sempre tenuto in grande considerazione l’aspetto della «missionarietà». Infatti, come ha spiegato nel suo intervento durante la sessione congiunta di Rho il segretario don Ettore Colombo, «molte volte i temi trattati spingevano a riflettere non soltanto sull’argomento in questione, ma ancor più sulla sua valenza “missionaria” ed “evangelizzatrice”». «Accanto alla funzione propria e principale di “senato” del Vescovo – ha rimarcato, in particolare, don Colombo -, il Consiglio presbiterale ha pure esercitato il compito di favorire l’ascolto da parte del Vescovo dell’intero presbiterio, nella sua interezza, attraverso l’esperienza dell’Assemblea Sinodale del Clero».
Non sono mancati momenti di fatica e di difficoltà, ha ammesso il segretario del Presbiterale, «ma in generale si può individuare un esito positivo». Tuttavia è da notare che, a causa dei numerosi e pressanti impegni pastorali a cui ogni sacerdote deve far fronte, il numero delle presenze non è sempre stato al completo. Per il futuro, ha concluso don Colombo, «è auspicabile un aiuto reciproco tra i sacerdoti, così da favorire ai membri eletti la possibilità di una partecipazione totale alle sessioni». Con la sessione congiunta presieduta dall’Arcivescovo sabato 5 giugno a Rho, si è concluso il mandato 2005-2010 sia del Consiglio pastorale diocesano, sia del Consiglio presbiterale. È stata dunque l’occasione per fare una valutazione del lavoro svolto, in un incontro che ha avuto all’ordine del giorno anche il percorso pastorale per l’anno 2010-2011.«Il bilancio di questi cinque anni è nel complesso positivo – ha spiegato nel suo intervento Alberto Fedeli, segretario del Consiglio pastorale diocesano -, anche se non sono mancate fatiche. È stato il mandato dei “cantieri aperti”, che ha richiesto una particolare attenzione proprio alle implicazioni pastorali delle scelte diocesane. Il Consiglio ha saputo accompagnare queste scelte e anche anticiparle; penso in particolare alle sessioni sui temi dell’Assemblea sinodale del clero, sulla pastorale giovanile, sulle comunità pastorali, sulla pastorale vocazionale, sull’iniziazione cristiana». Fedeli ha confermato che l’Arcivescovo ha inteso in «modo forte» il ruolo del Consiglio, che è composto soprattutto da laici, non come cassa di risonanza di scelte già compiute, ma come reale luogo di esercizio della corresponsabilità nel consigliare le linee di pastorale diocesana. «Non è mancata sessione in cui il Consiglio non abbia riflettuto sulla questione di fondo posta dal magistero del nostro Arcivescovo – ha sottolineato -, ossia la conversione pastorale delle nostre comunità in chiave missionaria, per una “Chiesa comunione missionaria”, capace di valorizzare tutti i ministeri e i carismi nella corresponsabilità pastorale per l’unica missione evangelizzatrice». Fedeli ha ricordato, inoltre, che il Consiglio è stato chiamato a lavorare anche su grandi temi in cui si gioca l’impegno delle nostre comunità, quali la scuola, la cultura della carità, l’impegno missionario, la formazione degli operatori pastorali, la comunicazione. Infine, in vista dei lavori del Consiglio pastorale diocesano nel prossimo mandato, il segretario Fedeli ha suggerito che «va curato maggiormente il collegamento con i Decanati, mediato dalle riunioni di Zona, e un lavoro sinergico con il Consiglio presbiterale e con l’Assemblea dei Decani».Anche il Consiglio presbiterale, in questi anni, ha sempre tenuto in grande considerazione l’aspetto della «missionarietà». Infatti, come ha spiegato nel suo intervento durante la sessione congiunta di Rho il segretario don Ettore Colombo, «molte volte i temi trattati spingevano a riflettere non soltanto sull’argomento in questione, ma ancor più sulla sua valenza “missionaria” ed “evangelizzatrice”». «Accanto alla funzione propria e principale di “senato” del Vescovo – ha rimarcato, in particolare, don Colombo -, il Consiglio presbiterale ha pure esercitato il compito di favorire l’ascolto da parte del Vescovo dell’intero presbiterio, nella sua interezza, attraverso l’esperienza dell’Assemblea Sinodale del Clero».Non sono mancati momenti di fatica e di difficoltà, ha ammesso il segretario del Presbiterale, «ma in generale si può individuare un esito positivo». Tuttavia è da notare che, a causa dei numerosi e pressanti impegni pastorali a cui ogni sacerdote deve far fronte, il numero delle presenze non è sempre stato al completo. Per il futuro, ha concluso don Colombo, «è auspicabile un aiuto reciproco tra i sacerdoti, così da favorire ai membri eletti la possibilità di una partecipazione totale alle sessioni».

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