di Michele DE FRANCESCO e Benedetta CANDIANI Cpg Busto Arsizio
Redazione

Difficile dire quando tutto è partito. Il lento e fecondo lavoro nel cuore di ciascuno è iniziato in tempi e modalità diversi tra loro; ma il mese di settembre del 2009 è stato per tutti un punto di svolta importante. In quel periodo si è costituita in modo ufficiale l’Unità di Pastorale giovanile della quale facciamo parte, quella del Centro storico di Busto Arsizio. Le nostre vite e i nostri cammini si sono incontrati in questa novità che la Diocesi ha proposto sul territorio. Da subito abbiamo voluto prendercene cura e, in poco tempo, ce ne siamo affezionati. Siamo stati veramente fortunati e di questa grazia non potevamo che farne dono anche ad altri.
Abbiamo così deciso di prendere seriamente l’invito della Pastorale giovanile diocesana che nel documento Ripensare la pastorale giovanile per una Chiesa del futuro (bozza IV) propone la nuova istituzione del Centro di pastorale giovanile. Ci siamo sentiti chiamati in prima persona a contribuire a questo rinnovamento della Chiesa diocesana: ci abbiamo creduto e ci siamo messi a scrivere un progetto. Molti mesi di scrittura e riscrittura, accompagnati dalla ricerca di una casa adatta ad accogliere un sogno così grande. Il testo è stato scritto a più mani da un gruppo di giovani dei nostri oratori insieme a don Alberto Lolli, incaricato per la Pastorale giovanile del nostro decanato e della nostra Upg.
Il progetto nasce dal riconoscimento di tre problemi che abbiamo riscontrato nell’attuale contesto sociale: la mancanza di spazi e strumenti che aiutino la crescita spirituale dei giovani; un sempre maggior appiattimento culturale tangibile e preoccupante; la difficoltà della Chiesa nel comunicare il Vangelo in un contesto socio-culturale così mutevole. Abbiamo dunque cercato di indicare tre risposte: in primo luogo la valorizzazione di spazi e persone che siano segni di «vera comunione in una comunità vera» (la Via); secondariamente, la riaffermazione dell’unicità della persona, pur nella diversità dei percorsi che ciascuno può intraprendere per realizzare la propria umanità (la Verità); da ultimo, la necessità di un approccio esperienziale, nella convinzione che solo partendo da un’esperienza viva si può comprendere e costruire la propria identità per proiettarsi con coraggio e coerenza nel futuro (la Vita).
Il Centro che abbiamo sognato e descritto nel nostro progetto vuole essere voce di queste tre risposte, che troviamo primariamente in Gesù, che è Via, Verità e Vita. Il Centro sarà dunque una Via dove i giovani potranno trovare spazi di silenzio nella dispersione quotidiana (attraverso ritiri spirituali, catechesi, ecc.); sarà un luogo aperto alla Verità che si svela nel contesto socio-culturale in cui viviamo (promuovendo l’incontro di diversi linguaggi e nuove ricchezze, che faranno del Cpg un terreno di confronto e coordinamento tra le realtà giovanili presenti sul territorio); sarà infine un luogo dove si potranno sperimentare momenti di Vita comune, in sinergia con le varie attività delle diverse parrocchie della città.
Attualmente siamo sempre più numerosi in questo progetto che la Diocesi ha scelto come uno dei “progetti pilota”. Ci stiamo lasciando scoprire dalla nostra città e dai giovani che la abitano, con la delicatezza che un passaggio come questo merita, senza fretta, ma con la speranza che il Centro sia sempre più riconosciuto come risposta ai desideri che molti giovani hanno nel cuore. Difficile dire quando tutto è partito. Il lento e fecondo lavoro nel cuore di ciascuno è iniziato in tempi e modalità diversi tra loro; ma il mese di settembre del 2009 è stato per tutti un punto di svolta importante. In quel periodo si è costituita in modo ufficiale l’Unità di Pastorale giovanile della quale facciamo parte, quella del Centro storico di Busto Arsizio. Le nostre vite e i nostri cammini si sono incontrati in questa novità che la Diocesi ha proposto sul territorio. Da subito abbiamo voluto prendercene cura e, in poco tempo, ce ne siamo affezionati. Siamo stati veramente fortunati e di questa grazia non potevamo che farne dono anche ad altri.Abbiamo così deciso di prendere seriamente l’invito della Pastorale giovanile diocesana che nel documento Ripensare la pastorale giovanile per una Chiesa del futuro (bozza IV) propone la nuova istituzione del Centro di pastorale giovanile. Ci siamo sentiti chiamati in prima persona a contribuire a questo rinnovamento della Chiesa diocesana: ci abbiamo creduto e ci siamo messi a scrivere un progetto. Molti mesi di scrittura e riscrittura, accompagnati dalla ricerca di una casa adatta ad accogliere un sogno così grande. Il testo è stato scritto a più mani da un gruppo di giovani dei nostri oratori insieme a don Alberto Lolli, incaricato per la Pastorale giovanile del nostro decanato e della nostra Upg.Il progetto nasce dal riconoscimento di tre problemi che abbiamo riscontrato nell’attuale contesto sociale: la mancanza di spazi e strumenti che aiutino la crescita spirituale dei giovani; un sempre maggior appiattimento culturale tangibile e preoccupante; la difficoltà della Chiesa nel comunicare il Vangelo in un contesto socio-culturale così mutevole. Abbiamo dunque cercato di indicare tre risposte: in primo luogo la valorizzazione di spazi e persone che siano segni di «vera comunione in una comunità vera» (la Via); secondariamente, la riaffermazione dell’unicità della persona, pur nella diversità dei percorsi che ciascuno può intraprendere per realizzare la propria umanità (la Verità); da ultimo, la necessità di un approccio esperienziale, nella convinzione che solo partendo da un’esperienza viva si può comprendere e costruire la propria identità per proiettarsi con coraggio e coerenza nel futuro (la Vita).Il Centro che abbiamo sognato e descritto nel nostro progetto vuole essere voce di queste tre risposte, che troviamo primariamente in Gesù, che è Via, Verità e Vita. Il Centro sarà dunque una Via dove i giovani potranno trovare spazi di silenzio nella dispersione quotidiana (attraverso ritiri spirituali, catechesi, ecc.); sarà un luogo aperto alla Verità che si svela nel contesto socio-culturale in cui viviamo (promuovendo l’incontro di diversi linguaggi e nuove ricchezze, che faranno del Cpg un terreno di confronto e coordinamento tra le realtà giovanili presenti sul territorio); sarà infine un luogo dove si potranno sperimentare momenti di Vita comune, in sinergia con le varie attività delle diverse parrocchie della città.Attualmente siamo sempre più numerosi in questo progetto che la Diocesi ha scelto come uno dei “progetti pilota”. Ci stiamo lasciando scoprire dalla nostra città e dai giovani che la abitano, con la delicatezza che un passaggio come questo merita, senza fretta, ma con la speranza che il Centro sia sempre più riconosciuto come risposta ai desideri che molti giovani hanno nel cuore.

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