Ai ragazzi e agli adolescenti si sta chiedendo di entrare in una prospettiva che corrisponde alla logica del dono

di Mario PISCHETOLA
Redazione

Come spesso accade nella Diocesi di Milano, fra i primi a recepire le linee pastorali dell’Arcivescovo ci sono i ragazzi degli oratori. Già nel luglio scorso l’oratorio San Luigi di Gorgonzola accoglieva la visita del Cardinale al campeggio estivo con la scritta “Sobrietà + solidarietà = felicità”. Lo stesso Tettamanzi rilanciò questa intuizione riproponendola nel suo messaggio per la festa di apertura degli oratori del settembre scorso: «È proprio così! La sobrietà e la solidarietà – ha scritto il Cardinale – sono davvero le strade congiunte che portano alla felicità, a quella pienezza di vita che il Vangelo non si stanca di prometterci. I nostri oratori sono chiamati a formare una mentalità più solidale, trasformando così le difficoltà economiche di non poche famiglie in opportunità per educarci insieme a un uso dei beni più equilibrato ed essenziale».
In quest’anno pastorale gli oratori sono particolarmente impegnati nell’educazione alla sobrietà, alla solidarietà e ai nuovi stili di vita. La stessa icona evangelica che fa da sfondo a ogni proposta oratoriana rilegge questi temi rilanciandoli in chiave vocazionale: «Si tratta del brano della moltiplicazione dei pani nella versione del Vangelo secondo Giovanni al capitolo 6 – spiega il direttore della Fom, don Samuele Marelli – in cui quel ragazzo che dona “cinque pani d’orzo e due pesci” è figura di ogni ragazzo che si affida a Gesù dando quello che ha per il bene di tutti».
La Fondazione oratori milanesi ha tradotto questo brano nello slogan “C’è di più”: «Il “più” è sbilanciato – continua don Marelli – su quello che il Signore Gesù può fare quando siamo disposti a perdere del nostro per amore e a usare le cose come opportunità per fare il bene e non come possesso esclusivo».
Ai ragazzi e agli adolescenti che frequentano l’oratorio si sta chiedendo di entrare in una prospettiva che corrisponde alla logica del dono: «Pensiamo che questa logica per cui “c’è di più” se doni te stesso – commenta don Samuele Marelli – sia un buon tirocinio per orientare la vita verso scelte definitive secondo il Vangelo. Per la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze non è chiara quale sia la propria vocazione. Se si educa a vivere dentro uno stile in cui la sobrietà e la solidarietà sono elementi qualificanti, certamente si costruisce un buon fondamento perché qualsiasi scelta sia nel segno della fedeltà e della sequela».
Affinché questo obiettivo sia raggiunto nella proposta “C’è di più” ci sono indicazioni utili perché, dentro una relazione educativa significativa, si possa chiedere ai ragazzi di compiere i passi necessari per prendersi cura del prossimo e anche per leggere le situazioni difficili della vita. «L’oratorio è davvero una scuola che avvia alla vita – conclude don Marelli – perché non nasconde niente riguardo alla sofferenza e al dolore, educa a farsi carico delle povertà, vecchie e nuove, e rilegge la realtà con la speranza e l’ottimismo che sono propri delle giovani generazioni». Come spesso accade nella Diocesi di Milano, fra i primi a recepire le linee pastorali dell’Arcivescovo ci sono i ragazzi degli oratori. Già nel luglio scorso l’oratorio San Luigi di Gorgonzola accoglieva la visita del Cardinale al campeggio estivo con la scritta “Sobrietà + solidarietà = felicità”. Lo stesso Tettamanzi rilanciò questa intuizione riproponendola nel suo messaggio per la festa di apertura degli oratori del settembre scorso: «È proprio così! La sobrietà e la solidarietà – ha scritto il Cardinale – sono davvero le strade congiunte che portano alla felicità, a quella pienezza di vita che il Vangelo non si stanca di prometterci. I nostri oratori sono chiamati a formare una mentalità più solidale, trasformando così le difficoltà economiche di non poche famiglie in opportunità per educarci insieme a un uso dei beni più equilibrato ed essenziale».In quest’anno pastorale gli oratori sono particolarmente impegnati nell’educazione alla sobrietà, alla solidarietà e ai nuovi stili di vita. La stessa icona evangelica che fa da sfondo a ogni proposta oratoriana rilegge questi temi rilanciandoli in chiave vocazionale: «Si tratta del brano della moltiplicazione dei pani nella versione del Vangelo secondo Giovanni al capitolo 6 – spiega il direttore della Fom, don Samuele Marelli – in cui quel ragazzo che dona “cinque pani d’orzo e due pesci” è figura di ogni ragazzo che si affida a Gesù dando quello che ha per il bene di tutti».La Fondazione oratori milanesi ha tradotto questo brano nello slogan “C’è di più”: «Il “più” è sbilanciato – continua don Marelli – su quello che il Signore Gesù può fare quando siamo disposti a perdere del nostro per amore e a usare le cose come opportunità per fare il bene e non come possesso esclusivo».Ai ragazzi e agli adolescenti che frequentano l’oratorio si sta chiedendo di entrare in una prospettiva che corrisponde alla logica del dono: «Pensiamo che questa logica per cui “c’è di più” se doni te stesso – commenta don Samuele Marelli – sia un buon tirocinio per orientare la vita verso scelte definitive secondo il Vangelo. Per la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze non è chiara quale sia la propria vocazione. Se si educa a vivere dentro uno stile in cui la sobrietà e la solidarietà sono elementi qualificanti, certamente si costruisce un buon fondamento perché qualsiasi scelta sia nel segno della fedeltà e della sequela».Affinché questo obiettivo sia raggiunto nella proposta “C’è di più” ci sono indicazioni utili perché, dentro una relazione educativa significativa, si possa chiedere ai ragazzi di compiere i passi necessari per prendersi cura del prossimo e anche per leggere le situazioni difficili della vita. «L’oratorio è davvero una scuola che avvia alla vita – conclude don Marelli – perché non nasconde niente riguardo alla sofferenza e al dolore, educa a farsi carico delle povertà, vecchie e nuove, e rilegge la realtà con la speranza e l’ottimismo che sono propri delle giovani generazioni».

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