Nativa di Lainate, religiosa delle Suore del Preziosissimo Sangue di Monza, sabato 23 ottobre sarà proclamata beata a Vercelli (dove morì nel 1930)

di Ennio APECITI
Redazione

Nella mattinata di sabato 23 ottobre, nella cattedrale di Vercelli, monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, proclamerà beata suor Alfonsa Clerici, delle Suore del Preziosissimo Sangue, che hanno in Monza la loro Casa Madre, da quando nacquero nel 1876. A Vercelli visse per 19 anni e vi morì il 14 gennaio 1930: le norme canoniche prescrivono che il Processo di beatificazione si tenga dove il candidato è morto e per questo suor Alfonsa sarà iscritta nell’Albo dei Santi della Chiesa a Vercelli, ma non possiamo tacere il fatto che con lei un’altra santa ambrosiana arricchisce la Chiesa e ci impegna: i beati e i santi, infatti, sono sempre un richiamo per noi, ci ricordano che la nostra “vocazione” è proprio quella a diventare santi.
Suor Alfonsa, dunque, realizza il piano pastorale della nostra Chiesa ambrosiana per questo anno: “Santi per vocazione”. Come lo divenne? «Figlia di una coppia di umili, onestissimi e religiosi contadini, che guadagnavano il pane quotidiano con la fatica e il frutto del loro lavoro». Così viene presentata nei Voti dei teologi per la sua beatificazione la nascita di suor Alfonsa il 14 febbraio 1860 a Lainate (Milano). Una famiglia come tante in quel tempo, che credeva fermamente che Dio non inganna e che con Lui occorre fare sul serio. Per questo, da una parte accolsero con amore i dieci figli che Dio stesso aveva loro “donato” o meglio “affidato” perché crescessero liberi e buoni. Non a caso anche un’altra sorella e due fratelli si consacrarono a Dio: avevano imparato in casa che bisogna fidarsi di Lui, che dona sempre la pace, tanto che un testimone disse di lei: «Era un’anima di quelle che, sorridendo, sanno compiere il loro dovere fino al sacrificio; che sanno amare appassionatamente la loro missione; che del mondo nulla hanno accolto in sé, se non la sofferenza del prossimo, per lenirla e consolarla». E, in effetti, suor Alfonsa amava dire: «Non ditemi che la terra è una valle di lacrime, una terra d’esilio, piena di affanni e di spine. Non sapete che Gesù, la Parola di Dio fattasi carne, è con noi per consolarci, per aiutarci, per vivere con noi della stessa nostra vita?».

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