Il decanato, stretto tra i laghi Maggiore, di Varese e di Monate, ha ricevuto domenica 30 maggio la visita pastorale dell'Arcivescovo. Parla il decano, don Sergio Vegetti
di Maria Teresa ANTOGNAZZA
Redazione
Una terra bellissima, con paesaggi da sogno, stretta fra il Lago Maggiore, di Varese e di Monate, con montagne imponenti sullo sfondo, boschi e parchi. Luogo ideale per vivere, come documentano i suoi 52.000 abitanti. È il decanato di Besozzo, che copre un territorio di quattordici comuni del Varesotto, toccando i confini con la provincia piemontese di Novara e l’altra diocesi lombarda di Como, che scende con alcuni paesi della Valcuvia dentro i confini del decanato ambrosiano. Terra di gente laboriosa, ma molto preoccupata della propria identità, da difendere “a denti stretti”, anche a costo di qualche eccessiva chiusura campanilistica, e dove la mancanza di lavoro ha significato di recente una accentuata mobilità verso le grandi città e la Svizzera.
A raccontare la storia di questa ampia porzione di Chiesa locale, che oggi riceve la visita pastorale dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, è il decano, don Sergio Vegetti, dal 2005 parroco di Besozzo: «Siamo una Chiesa che comprende ben 27 parrocchie, dove fino a poco tempo fa c’era una numerosa presenza di sacerdoti che erano nello stesso luogo da moltissimi anni. Recentemente abbiamo avuto dei cambiamenti, con l’apertura anche qui del “cantiere” delle Comunità pastorali; si tratta di un rinnovamento molto positivo per noi, che ha consentito di rilanciare diverse realtà parrocchiali che erano rimaste un po’ ferme. Accanto a questa novità, che ha significato arrivo di nuovi preti e spostamento di altri, avevamo avviato un lavoro interno, suddividendo il decanato in tre zone, “decanini”, che ci consentono di ritrovarci settimanalmente tra preti e di allargare lo sguardo al di là degli impegni parrocchiali quotidiani.»
Un lavoro d’insieme e una condivisione costante, per consentire una circolazione di idee tra i 26 sacerdoti della zona, e «per tenere al primo posto nel nostro ministero la preoccupazione per il Vangelo e la per la Chiesa, più che per la routine parrocchiale», sottolinea don Sergio. «Ci incontriamo a partire dall’ascolto di un esperto, dalla lettura di un documento o di un testo particolarmente importante in quel momento di Chiesa. La settimana successiva ci confrontiamo su quanto ascoltato e l’altra ancora cerchiamo di trarre delle conseguenze pratiche e condivise, per il lavoro nelle parrocchie».
La vita ecclesiale del decanato è ora fortemente segnata dalla “rivoluzione” in corso, con la nascita negli ultimi due anni di tre Comunità pastorali, mentre altre due aggregazioni di parrocchie sotto la forma dell’Unità pastorale stanno ancora maturando verso questa meta finale. «La Comunità di Laveno – spiega il decano – è attualmente quella più completa, con anche la presenza del direttivo pastorale, in cui ci sono tre sacerdoti, il laico responsabile di oratorio, il diacono e le religiose. Comprende tutte le quattro parrocchie della città di Laveno.» Proprio qui, nella parrocchia di Cerro, dove attualmente non c’è la presenza di un sacerdote residente, a settembre arriva don Ivano Santilli, che diventerà responsabile di una nuova casa famiglia dell’Associazione Giovanni XXIII, raddoppiando così la presenza di questa importante realtà, che oggi esiste già a Cardana di Besozzo.
La seconda Comunità pastorale del decanato è che riunisce le parrocchie di Cocquio, dove è parroco responsabile don Ervé Simeoni, già prete fidei donum. La realtà ecclesiale qui è segnata dalla presenza della comunità luterana di Caldana, che appena visto l’arrivo di una nuova coppia di pastori e che è punto di riferimento importante per tutti gli stranieri di religione protestante che lavorano al Centro di ricerca comunitario di Ispra.
Infine, nel vastissimo territorio del comune di Leggiuno è nata la terza Comunità pastorale, dove ancora però non si è costituito un vero e proprio direttivo. Ma le novità non mancheranno nei prossimi mesi: a settembre, infatti, è prevista l’aggregazione di due Unità pastorali esistenti, Travedona-Monate e Cassinetta-Biandronno, in vista della nascita successiva di una vera e propria Comunità. Una terra bellissima, con paesaggi da sogno, stretta fra il Lago Maggiore, di Varese e di Monate, con montagne imponenti sullo sfondo, boschi e parchi. Luogo ideale per vivere, come documentano i suoi 52.000 abitanti. È il decanato di Besozzo, che copre un territorio di quattordici comuni del Varesotto, toccando i confini con la provincia piemontese di Novara e l’altra diocesi lombarda di Como, che scende con alcuni paesi della Valcuvia dentro i confini del decanato ambrosiano. Terra di gente laboriosa, ma molto preoccupata della propria identità, da difendere “a denti stretti”, anche a costo di qualche eccessiva chiusura campanilistica, e dove la mancanza di lavoro ha significato di recente una accentuata mobilità verso le grandi città e la Svizzera.A raccontare la storia di questa ampia porzione di Chiesa locale, che oggi riceve la visita pastorale dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, è il decano, don Sergio Vegetti, dal 2005 parroco di Besozzo: «Siamo una Chiesa che comprende ben 27 parrocchie, dove fino a poco tempo fa c’era una numerosa presenza di sacerdoti che erano nello stesso luogo da moltissimi anni. Recentemente abbiamo avuto dei cambiamenti, con l’apertura anche qui del “cantiere” delle Comunità pastorali; si tratta di un rinnovamento molto positivo per noi, che ha consentito di rilanciare diverse realtà parrocchiali che erano rimaste un po’ ferme. Accanto a questa novità, che ha significato arrivo di nuovi preti e spostamento di altri, avevamo avviato un lavoro interno, suddividendo il decanato in tre zone, “decanini”, che ci consentono di ritrovarci settimanalmente tra preti e di allargare lo sguardo al di là degli impegni parrocchiali quotidiani.»Un lavoro d’insieme e una condivisione costante, per consentire una circolazione di idee tra i 26 sacerdoti della zona, e «per tenere al primo posto nel nostro ministero la preoccupazione per il Vangelo e la per la Chiesa, più che per la routine parrocchiale», sottolinea don Sergio. «Ci incontriamo a partire dall’ascolto di un esperto, dalla lettura di un documento o di un testo particolarmente importante in quel momento di Chiesa. La settimana successiva ci confrontiamo su quanto ascoltato e l’altra ancora cerchiamo di trarre delle conseguenze pratiche e condivise, per il lavoro nelle parrocchie».La vita ecclesiale del decanato è ora fortemente segnata dalla “rivoluzione” in corso, con la nascita negli ultimi due anni di tre Comunità pastorali, mentre altre due aggregazioni di parrocchie sotto la forma dell’Unità pastorale stanno ancora maturando verso questa meta finale. «La Comunità di Laveno – spiega il decano – è attualmente quella più completa, con anche la presenza del direttivo pastorale, in cui ci sono tre sacerdoti, il laico responsabile di oratorio, il diacono e le religiose. Comprende tutte le quattro parrocchie della città di Laveno.» Proprio qui, nella parrocchia di Cerro, dove attualmente non c’è la presenza di un sacerdote residente, a settembre arriva don Ivano Santilli, che diventerà responsabile di una nuova casa famiglia dell’Associazione Giovanni XXIII, raddoppiando così la presenza di questa importante realtà, che oggi esiste già a Cardana di Besozzo.La seconda Comunità pastorale del decanato è che riunisce le parrocchie di Cocquio, dove è parroco responsabile don Ervé Simeoni, già prete fidei donum. La realtà ecclesiale qui è segnata dalla presenza della comunità luterana di Caldana, che appena visto l’arrivo di una nuova coppia di pastori e che è punto di riferimento importante per tutti gli stranieri di religione protestante che lavorano al Centro di ricerca comunitario di Ispra.Infine, nel vastissimo territorio del comune di Leggiuno è nata la terza Comunità pastorale, dove ancora però non si è costituito un vero e proprio direttivo. Ma le novità non mancheranno nei prossimi mesi: a settembre, infatti, è prevista l’aggregazione di due Unità pastorali esistenti, Travedona-Monate e Cassinetta-Biandronno, in vista della nascita successiva di una vera e propria Comunità. I numeri – Il decanato di Besozzo, in provincia di Varese, è formato da 27 parrocchie in 14 Comuni, con oltre 55 mila abitanti. Sono state costituite 3 Comunità pastorali: quella di Cocquio Trevisago, “S. Famiglia” formata dalle parrocchie Purificazione di Maria Vergine, Beata Vergine Assunta in Carnisio e S. Andrea; quella di Laveno Mombello “Maria Madre della Chiesa” formata dalle parrocchie Santi Filippo e Giacomo, Invenzione di S. Stefano Prot., Beata Maria Vergine del Pianto in Cerro e S. Maria Ausiliatrice in Ponte di Laveno; quella di Leggiuno “Santi Primo e Feliciano” formata dalle parrocchie S. Stefano, S. Carlo e S. Pietro M. in Arolo e S. Andrea Ap. in Sangiano. Nel decanato esistono anche 6 unità pastorali: Bardello e Malgesso; Besozzo (Santi Alessandro e Tiburzio, S. Martino di Cardana e S. Brizio di Olginasio); Biandronno (S. Lorenzo M. e Santi Erasmo e Teodoro di Cassinetta); Travedona Monate (Santi Vito e Modesto e S. Maria della Neve di Monate); collaborazione per la pastorale giovanile a Besozzo). Inoltre le parrocchie di Trebbia, Bregano, Comerio, Gavirate, Leggiuno, Monvalle. – – Le suore – Le suore del decanato