La presentazione all'Ambrosianeum con gli interventi di Marco Garzonio, monsignor Luigi Bettazzi e Marco Vergottini
di Silvio MENGOTTO
Redazione
Lunedì 25 gennaio presso l’Ambrosianeum di Milano è stato presentato ufficialmente alla stampa il nuovo sito internet Viva il Concilio. Insieme a Marco Garzonio (presidente di Ambrosianeum), sono intervenuti monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e padre conciliare, e Marco Vergottini, teologo e coordinatore del progetto.
A cinquant’anni dal Vaticano II è quest’ultimo a domandarsi se il Concilio fu «un nuovo inizio, una svolta cruciale per la Chiesa, oppure si trattò solo di un suo riassetto più equilibrato?». Le voci che intendono una “normalizzazione” della lezione conciliare, respingendo come nocive le aperture in campo religioso, si sono moltiplicate. Ma «la vera tradizione nella Chiesa (e nella cultura) – risponde Vergottini – non è conservazione rigida e ingessata del passato, bensì una memoria viva che si apre al presente e dischiude il futuro. In breve, ama la tradizione chi vive nella storia». La generazione di Vergottini è cresciuta a pane e Concilio con figure, come quella di Lazzati, viste come i garanti notarili dei contenuti scritti nei testi conciliari. «Oggi – continua Vergottini – i miei studenti quasi non conoscono più il Vaticano II, al punto che è necessario proporre loro alcuni filmati. Vent’anni fa non ce n’era bisogno. Oggi tutto è cambiato. Il sito è un invito a provare un linguaggio fresco per portare le nuove generazioni all’incontro con il Concilio».
Per Benedetto XVI occorre «ricordare che il Concilio scaturì dal grande cuore di Giovanni XXIII. Noi tutti siamo davvero debitori di questo straordinario evento ecclesiale». Quell’intuizione di Giovanni XXIII è stata una benedizione dello Spirito. Per monsignor Bettazzi «il grande messaggio che il Concilio ha dato alla Chiesa è opera dello Spirito Santo». Viva il Concilio è anche l’espressione di ringraziamento perché nei lunghi secoli alla Chiesa non è mai venuta meno l’assistenza dello Spirito Santo.
In modo efficace Paolo VI richiamava al dovere della «fedeltà al Concilio». Trattandosi di un evento che chiama in causa la responsabilità apostolica, prima «dobbiamo comprenderlo», poi «dobbiamo seguirlo». Il sito costituisce una promessa per rinnovare la fedeltà a quell’evento spirituale e un compito che si radica nella memoria, impegnando il presente per aprirsi alla profezia. Monsignor Bettazzi ricorda un altro aspetto che ha reso il Vaticano II diverso da tutti i precedenti concili: Giovanni XXIII «dichiarò che non andava più preso come un Concilio dogmatico, ma pastorale, il che significa partire dalla gente». Il senso della responsabilità personale è uno dei problemi maggiori oggi. Per questo Bettazzi consiglia la rilettura delle quattro costituzioni conciliari e del loro significato (la responsabilità di fronte a Dio, il senso della libertà religiosa e il senso dell’apertura agli altri).
Garzonio, aderendo e sostenendo con entusiasmo l’iniziativa, è convinto che «la Chiesa ha un gran bisogno di Concilio, così come questo riattingere alle fonti può essere un’opportunità non solo per la Chiesa stessa, ma, oserei dire, per il Paese. La capacità di dialogare con il mondo che la Chiesa trovò in quegli anni – vedi la Gaudium et spes – è una capacità che forse la Chiesa, interpretandola in termini di linguaggio moderno, deve ritrovare oggi». Lunedì 25 gennaio presso l’Ambrosianeum di Milano è stato presentato ufficialmente alla stampa il nuovo sito internet Viva il Concilio. Insieme a Marco Garzonio (presidente di Ambrosianeum), sono intervenuti monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e padre conciliare, e Marco Vergottini, teologo e coordinatore del progetto.A cinquant’anni dal Vaticano II è quest’ultimo a domandarsi se il Concilio fu «un nuovo inizio, una svolta cruciale per la Chiesa, oppure si trattò solo di un suo riassetto più equilibrato?». Le voci che intendono una “normalizzazione” della lezione conciliare, respingendo come nocive le aperture in campo religioso, si sono moltiplicate. Ma «la vera tradizione nella Chiesa (e nella cultura) – risponde Vergottini – non è conservazione rigida e ingessata del passato, bensì una memoria viva che si apre al presente e dischiude il futuro. In breve, ama la tradizione chi vive nella storia». La generazione di Vergottini è cresciuta a pane e Concilio con figure, come quella di Lazzati, viste come i garanti notarili dei contenuti scritti nei testi conciliari. «Oggi – continua Vergottini – i miei studenti quasi non conoscono più il Vaticano II, al punto che è necessario proporre loro alcuni filmati. Vent’anni fa non ce n’era bisogno. Oggi tutto è cambiato. Il sito è un invito a provare un linguaggio fresco per portare le nuove generazioni all’incontro con il Concilio».Per Benedetto XVI occorre «ricordare che il Concilio scaturì dal grande cuore di Giovanni XXIII. Noi tutti siamo davvero debitori di questo straordinario evento ecclesiale». Quell’intuizione di Giovanni XXIII è stata una benedizione dello Spirito. Per monsignor Bettazzi «il grande messaggio che il Concilio ha dato alla Chiesa è opera dello Spirito Santo». Viva il Concilio è anche l’espressione di ringraziamento perché nei lunghi secoli alla Chiesa non è mai venuta meno l’assistenza dello Spirito Santo.In modo efficace Paolo VI richiamava al dovere della «fedeltà al Concilio». Trattandosi di un evento che chiama in causa la responsabilità apostolica, prima «dobbiamo comprenderlo», poi «dobbiamo seguirlo». Il sito costituisce una promessa per rinnovare la fedeltà a quell’evento spirituale e un compito che si radica nella memoria, impegnando il presente per aprirsi alla profezia. Monsignor Bettazzi ricorda un altro aspetto che ha reso il Vaticano II diverso da tutti i precedenti concili: Giovanni XXIII «dichiarò che non andava più preso come un Concilio dogmatico, ma pastorale, il che significa partire dalla gente». Il senso della responsabilità personale è uno dei problemi maggiori oggi. Per questo Bettazzi consiglia la rilettura delle quattro costituzioni conciliari e del loro significato (la responsabilità di fronte a Dio, il senso della libertà religiosa e il senso dell’apertura agli altri).Garzonio, aderendo e sostenendo con entusiasmo l’iniziativa, è convinto che «la Chiesa ha un gran bisogno di Concilio, così come questo riattingere alle fonti può essere un’opportunità non solo per la Chiesa stessa, ma, oserei dire, per il Paese. La capacità di dialogare con il mondo che la Chiesa trovò in quegli anni – vedi la Gaudium et spes – è una capacità che forse la Chiesa, interpretandola in termini di linguaggio moderno, deve ritrovare oggi». –