La contemplazione della Natività nella Lettera dell'Arcivescovo ai piccoli: «I cristiani non diventano eroi con qualche incantesimo e neppure assumendo pozioni magiche. Diventiamo santi seguendo il segreto rivelato nella notte più vera della storia»

di Pino NARDI
Redazione

«Carissimi bambini, anche quest’anno ho trovato un po’ di tempo per scrivervi una bella lettera di Natale». Comincia così l’ormai tradizionale appuntamento tra il cardinale Tettamanzi e i più piccoli. Una lettera dolce, tenera nei tratti, una carezza da vescovo, ma anche un po’ da “nonno”. Eppure così esigente nei contenuti. Santi subito è il titolo di quest’anno (Centro Ambrosiano-Itl, 26 pagine, 3 euro; edizione ragalo edita da Rizzoli a 9 euro), con le bellissime illustrazioni di Roberta Angaramo e con allegato un cd musicale a cura dell’Antoniano di Bologna.
L’Arcivescovo parte dalla figura di santità di un Papa, Giovanni Paolo II. Racconta ai bambini il suo esempio: «I cristiani non diventano eroi con qualche incantesimo e neppure assumendo pozioni magiche. Diventiamo santi seguendo il segreto rivelato nella notte più vera della storia». Ma il riferimento a Wojtyla è collegato anche al suo nome di battesimo: Karol, Carlo in italiano.
Quindi al vescovo santo, al Borromeo: la memoria della canonizzazione infatti fa da filo conduttore di quest’anno pastorale. «Fece tante di quelle cose per il bene materiale e spirituale della gente di allora che noi quasi non riusciamo a immaginarle! E soprattutto non riusciamo a spiegarci come fece a realizzarle tutte vivendo solo 46 anni, in tempi nei quali non c’erano la corrente elettrica, il telefono, l’automobile, la televisione, i computer e internet… Ma una spiegazione forse c’è: quell’uomo fece tante cose buone, belle giuste e difficili… perché era un grande santo! Capite? Non è diventato santo per le cose che ha fatto, ma ha fatto tutte quelle cose perché era santo!».
Ecco la tenerezza del vescovo: «Ora voglio provare a “tenervi un po’ in braccio”, miei giovani amici, e farvi il regalo di Natale che san Carlo mi ha suggerito per voi. Si tratta di svelarvi qualche segreto per diventare anche voi “santi subito”. Non aspettate domani o quando sarete grandi. Vivere da santi è possibile in ogni momento e anche i bambini possono realizzare questa bellissima missione per vivere felici e per fare più bella e buona la vita del mondo intero».
Dunque, cosa serve per diventare santi? L’Arcivescovo risponde così: «Per diventare santi ci vuole semplicemente… tutto! Sì, avete capito bene. I santi non si risparmiano e mettono tutto se stessi in ogni cosa per fare la volontà di Dio». Ecco allora il suggerimento: «Un esercizio con il quale allenarsi a ridonare a Gesù tutto quello che ci ha dato. Così a Natale potremo anche noi fare un regalo; faremo il più bel dono a Gesù, quello di diventare santi ogni giorno. Basta pensare ai cinque sensi. So che ve li hanno spiegati a scuola: vista, udito, odorato, tatto, gusto. Quasi tutte le azioni che compiamo coinvolgono i nostri sensi. Ciascuno di essi impegna una parte del nostro corpo: gli occhi, le orecchie, il naso, le mani, la lingua. Ecco gli “ingredienti” per il nostro “santo regalo” a Gesù! Si tratta ora di “cucinarli” ben bene: con gli occhi possiamo vedere Gesù; con le orecchie vogliamo ascoltare Gesù; con il naso chiediamo di fiutare Gesù; con le mani cerchiamo di toccare Gesù; e con la lingua desideriamo assaporare Gesù». Ecco allora come in concreto si diventa santi: vale per i bambini, ma anche per i grandi: «Porteremo il sorriso a tutti; sapremo perdonare chi ci offende; avremo voglia di servire chi è nel bisogno; lotteremo senza violenza per superare le ingiustizie del mondo: rispetteremo e onoreremo la dignità di ogni persona; ci impegneremo per la pace e la vera comunione nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società; staremo tanto tempo a parlare con il Signore, ad ascoltarlo e a gioire della sua compagnia; non avremo più paura neppure della morte; cammineremo insieme nella speranza della vita eterna…». «Carissimi bambini, anche quest’anno ho trovato un po’ di tempo per scrivervi una bella lettera di Natale». Comincia così l’ormai tradizionale appuntamento tra il cardinale Tettamanzi e i più piccoli. Una lettera dolce, tenera nei tratti, una carezza da vescovo, ma anche un po’ da “nonno”. Eppure così esigente nei contenuti. Santi subito è il titolo di quest’anno (Centro Ambrosiano-Itl, 26 pagine, 3 euro; edizione ragalo edita da Rizzoli a 9 euro), con le bellissime illustrazioni di Roberta Angaramo e con allegato un cd musicale a cura dell’Antoniano di Bologna.L’Arcivescovo parte dalla figura di santità di un Papa, Giovanni Paolo II. Racconta ai bambini il suo esempio: «I cristiani non diventano eroi con qualche incantesimo e neppure assumendo pozioni magiche. Diventiamo santi seguendo il segreto rivelato nella notte più vera della storia». Ma il riferimento a Wojtyla è collegato anche al suo nome di battesimo: Karol, Carlo in italiano.Quindi al vescovo santo, al Borromeo: la memoria della canonizzazione infatti fa da filo conduttore di quest’anno pastorale. «Fece tante di quelle cose per il bene materiale e spirituale della gente di allora che noi quasi non riusciamo a immaginarle! E soprattutto non riusciamo a spiegarci come fece a realizzarle tutte vivendo solo 46 anni, in tempi nei quali non c’erano la corrente elettrica, il telefono, l’automobile, la televisione, i computer e internet… Ma una spiegazione forse c’è: quell’uomo fece tante cose buone, belle giuste e difficili… perché era un grande santo! Capite? Non è diventato santo per le cose che ha fatto, ma ha fatto tutte quelle cose perché era santo!».Ecco la tenerezza del vescovo: «Ora voglio provare a “tenervi un po’ in braccio”, miei giovani amici, e farvi il regalo di Natale che san Carlo mi ha suggerito per voi. Si tratta di svelarvi qualche segreto per diventare anche voi “santi subito”. Non aspettate domani o quando sarete grandi. Vivere da santi è possibile in ogni momento e anche i bambini possono realizzare questa bellissima missione per vivere felici e per fare più bella e buona la vita del mondo intero».Dunque, cosa serve per diventare santi? L’Arcivescovo risponde così: «Per diventare santi ci vuole semplicemente… tutto! Sì, avete capito bene. I santi non si risparmiano e mettono tutto se stessi in ogni cosa per fare la volontà di Dio». Ecco allora il suggerimento: «Un esercizio con il quale allenarsi a ridonare a Gesù tutto quello che ci ha dato. Così a Natale potremo anche noi fare un regalo; faremo il più bel dono a Gesù, quello di diventare santi ogni giorno. Basta pensare ai cinque sensi. So che ve li hanno spiegati a scuola: vista, udito, odorato, tatto, gusto. Quasi tutte le azioni che compiamo coinvolgono i nostri sensi. Ciascuno di essi impegna una parte del nostro corpo: gli occhi, le orecchie, il naso, le mani, la lingua. Ecco gli “ingredienti” per il nostro “santo regalo” a Gesù! Si tratta ora di “cucinarli” ben bene: con gli occhi possiamo vedere Gesù; con le orecchie vogliamo ascoltare Gesù; con il naso chiediamo di fiutare Gesù; con le mani cerchiamo di toccare Gesù; e con la lingua desideriamo assaporare Gesù». Ecco allora come in concreto si diventa santi: vale per i bambini, ma anche per i grandi: «Porteremo il sorriso a tutti; sapremo perdonare chi ci offende; avremo voglia di servire chi è nel bisogno; lotteremo senza violenza per superare le ingiustizie del mondo: rispetteremo e onoreremo la dignità di ogni persona; ci impegneremo per la pace e la vera comunione nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società; staremo tanto tempo a parlare con il Signore, ad ascoltarlo e a gioire della sua compagnia; non avremo più paura neppure della morte; cammineremo insieme nella speranza della vita eterna…». Il grande presepe dei Cappuccini in piazza Duomo – Un presepe lungo nove metri, quello dei Frati cappuccini di Genova, sarà collocato in piazza Duomo. Il Comune di Milano ha accolto la proposta dei Frati cappuccini della chiesa di Santa Caterina e ospiterà il loro presepe in centro. Lo ha annunciato il sindaco Letizia Moratti, a margine di un incontro a Fieramilano. «Accogliamo con gioia la proposta – ha detto il sindaco -, piazza Duomo vivrà un Natale sicuramente gioioso, fatto di luci e per tutti ma anche con un simbolo religioso d’amore». – A scuola è una ricchezza per tutti – I ragazzi scrivono e il Cardinale va a trovarli – Un segno anche per gli islamici

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