Nella capitale si è svolto il Cim, raduno quinquennale dei ministranti di tutto il mondo. La testimonianza di don Donato Vicini, presente all'incontro con i giovanissimi del gruppo di Lesmo

di Filippo MAGNI
Redazione Diocesi

Cinquantamila chierichetti provenienti da tutto il mondo sono confluiti mercoledì 4 agosto in piazza San Pietro per incontrare Papa Benedetto XVI. L’udienza del mercoledì è stata l’apice del raduno quinquennale dei ministranti, organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium (Cim). Due folti gruppi di chierichetti sono partiti dalla Diocesi di Milano per partecipare all’evento: sono i ragazzi dell’Unità di Pastorale Giovanile San Filippo Neri (di Camparada, Correzzana, Gerno, Lesmo e Peregallo) e i giovani della parrocchia Santi martiri Gervaso e Protaso (di Castello sopra Lecco). Cinquantamila chierichetti provenienti da tutto il mondo sono confluiti mercoledì 4 agosto in piazza San Pietro per incontrare Papa Benedetto XVI. L’udienza del mercoledì è stata l’apice del raduno quinquennale dei ministranti, organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium (Cim). Due folti gruppi di chierichetti sono partiti dalla Diocesi di Milano per partecipare all’evento: sono i ragazzi dell’Unità di Pastorale Giovanile San Filippo Neri (di Camparada, Correzzana, Gerno, Lesmo e Peregallo) e i giovani della parrocchia Santi martiri Gervaso e Protaso (di Castello sopra Lecco). Le parole del Papa Al termine di un lungo giro di saluto attraverso la piazza, Benedetto XVI si è rivolto ai ministranti in tedesco, lingua madre sua e della maggior parte dei ragazzi presenti: «Svolgete con amore, – ha detto – con devozione e con fedeltà il vostro compito di ministranti. Preparatevi bene alla Santa Messa. Aiutando i vostri sacerdoti nel servizio all’altare contribuite a rendere Gesù più vicino, ad essere sempre più presente nel mondo, nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in ogni luogo».Il Papa ha poi sottolineato l’importanza del ruolo del chierichetto citando l’esempio di San Tarcisio, giovane ministrante martire e patrono di chi serve Messa. Il vostro, ha detto ai 50mila presenti, «è un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere come suoi veri amici. Custodite gelosamente questa amicizia nel vostro cuore, come san Tarcisio, pronto a dare la vita perché Gesù fosse portato a tutti. Anche voi comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia, con gioia, con entusiasmo, senza paura». Dalla Brianza a piazza San Pietro Hanno celebrato l’Eucaristia la sera e al termine sono partiti in puillman alla volta di Roma. Ventisette chierichetti dell’Unità di Pastorale Giovanile San Filippo Neri di Camparada, Correzzana, Gerno, Lesmo e Peregallo hanno raggiunto piazza San Pietro di prima mattina e si sono affrettati ad occupare i loro posti: nonostante mancassero diverse ore all’incontro con il Papa, già in molti gremivano la piazza. Al termine dell’appuntamento, dopo un pomeriggio libero, hanno ripreso la via di casa per giungere a Lesmo intorno a mezzanotte.«È stato un viaggio faticoso, ma è valso la pena: i ragazzi sono entusiasti di aver incontrato il Papa e i loro “colleghi” provenienti da tutto il mondo» racconta don Donato Vicini, responsabile del gruppo. «Fin da settembre – aggiunge – prepariamo e aspettiamo quest’incontro: non ha tradito le attese. La giornata è stata ricca di momenti suggestivi, su tutti la presenza della statua di San Tarcisio. Ma ciò che rimarrà più nella memoria e nel cuore – precisa – sono le migliaia di ragazzi presenti in piazza».Gli fa eco Alberto, 13 anni, ministrante da 7: «Intorno a noi erano seduti tedeschi, ungheresi, spagnoli, belgi. Vedere migliaia di chierichetti mi ha fatto capire che in tanti amiamo svolgere questo servizio e come ha detto il Papa non dobbiamo aver paura di dirlo, non ci dobbiamo vergognare». Servendo Messa in parrocchia, aggiunge, «ho imparato a comprendere meglio i gesti e i diversi momenti della celebrazione: vivo l’Eucaristia con gioia e sento di dare un contributo alla comunità». Perché il ministrante, conclude don Vicini, «non “serve” semplicemente, ma è un vero e proprio collaboratore del sacerdote nella sua opera pastorale». –

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