Le parole dell'Arcivescovo ai ragazzi ambrosiani in vacanza in tenda a Pinzolo, per un'esperienza non di solo relax, ma anche di relazione educativa importante per giovani e adulti

di Annamaria BRACCINI
Redazione

Lo accolgono con le vuvuzelas del Mondiale sudafricano, lo circondano – qualcuno timidamente gli chiede anche un autografo – con l’emozione che si rinnova sempre, ogni anno, quando il Cardinale raggiunge i campeggi estivi della nostra diocesi.
L’Arcivescovo è salito fino a Pinzolo, in Trentino, dove sono in vacanza i ragazzi della Comunità pastorale San Gregorio Magno di Olgiate Olona. “Sottosopra per Dionigi”, è scritto nello striscione all’entrata del campeggio, in un divertente gioco di parole che parte dal titolo dell’oratorio estivo 2010. Che è anche la canzone che cantano, il ritornello che hanno ormai imparato a memoria e che accompagna l’incontro, bello, familiare: in effetti sono tanti i papà e le mamme, i sacerdoti di Olgiate, gli educatori volontari che sono come “fratelli maggiori” dei bambini, gli adulti che collaborano generosamente in questo splendido angolo della Val Rendena, ai piedi delle Dolomiti.
Il Cardinale ha una parola per ognuno di loro, anche se il primo pensiero è sempre per i più piccoli: lui è il “padre” di questa famiglia “in trasferta”, grande come è grande la nostra diocesi. Basti pensare che sono 50 mila i ragazzi che vivono la proposta estiva e che quest’anno oltre 15 mila hanno vissuto o stanno vivendo una o due settimane in campeggio. Realtà che colpisce il parroco di Pinzolo, don Benito Paoli, che, accanto a quello di Olgiate don Sergio Perego, parla quasi di “gelosia” per il modo di farsi prossimo e di educazione solidale che nota tra le tende “ambrosiane”.
Dove, come spiega don Dino Dalla Grassa, vicario parrocchiale a Olgiate che accompagna i turni in campeggio, «cerchiamo di educare alla sobrietà, alla riflessione pur nel divertimento, al rispetto e alla salvaguardia della natura, all’essere “angeli custodi gli uni per gli altri”, anche concretamente, perché a ciascuno dei nostri ragazzi è stato affidato un amico o un’amica, in un gioco di vicendevole sostegno responsabile». Un’iniziativa che colpisce quando, leggendo alcuni messaggi affettuosi scritti dai più piccoli, loro stessi lo raccontano all’Arcivescovo.
Insomma, una realtà complessiva che va molto al di là di un semplice relax vacanziero all’aria aperta e che, per questo, si vuole imitare, venendo magari dall’estero come i 4 seminaristi di Kluge, in Romania: ospiti di Olgiate, sono anche loro a Pinzolo e, come dice Vlad, «ho imparato tanto e lo dirò quando ritorneremo nel nostro Paese, dove non esiste nulla di simile, pur avendo tante montagne».
La tradizione oratoriana e dei campeggi riuniti della diocesi è iniziata nell’immediato dopoguerra, dalla Val d’Aosta all’alta Lombardia fino al Trentino, come quest’anno a Pinzolo e a Campestrin, dove Tettamanzi visita le tende della Comunità pastorale Santa Caterina di Besana Brianza, alcuni gruppi parrocchiali provenienti da Monza e la Comunità della Trasfigurazione di Milano, quartiere Gallaratese. Il tutto in una festa di colori, di amicizia condivisa, ma anche e, soprattutto, di valori che non si dimenticano anche se si è in vacanza, anzi «che si devono portare nel cuore e riportare nelle proprie città e paesi, ogni giorno dell’anno».
È questo il messaggio che l’Arcivescovo affida ai tantissimi che incontra tra le valli trentine e per cui celebra Messa a Pinzolo, anche con il “fuoriprogramma” di un acquazzone estivo che costringe a rientrare nella tenda dell’accoglienza, dove ci si stipa intorno all’altare improvvisato. Un’occasione in più per accettare ciò che il Signore ci manda, con «un sentimento di gioia». Quello stesso che, dice il Cardinale, io «sento quando vi vedo». E continua, citando il nome del campeggio di Olgiate “Stella del nord”, che con questa giornata da il via ai festeggiamenti per il 50° di attività: «Siate una luce, come quella delle stelle, qui, ma anche quando tornerete a casa». E l’invito rivolto ai ragazzi è anche un preciso monito per gli adulti: «Impariamo dai giovani, camminiamo insieme, non rinunciamo a guidarli anche con l’autorevolezza, ma rapportiamoci con loro come essi stessi ci indicano. I giovani non sono solo il nostro domani, la speranza della Chiesa, ma pure un indizio prezioso per comprendere come si orienti la società. Gli adulti sappiano tradurne le istanze attraverso una vita di compagnia e di condivisione. Vivere e condividere è possibile, lo dimostra l’esperienza del campeggio».
Insomma, insieme si vince? «Sì – conclude il Cardinale – e da soli si perde. Sembra così facile da capire, ma spesso ciò non si realizza come sarebbe opportuno. Il campeggio testimonia proprio questo: vivere insieme è bello». Lo accolgono con le vuvuzelas del Mondiale sudafricano, lo circondano – qualcuno timidamente gli chiede anche un autografo – con l’emozione che si rinnova sempre, ogni anno, quando il Cardinale raggiunge i campeggi estivi della nostra diocesi.L’Arcivescovo è salito fino a Pinzolo, in Trentino, dove sono in vacanza i ragazzi della Comunità pastorale San Gregorio Magno di Olgiate Olona. “Sottosopra per Dionigi”, è scritto nello striscione all’entrata del campeggio, in un divertente gioco di parole che parte dal titolo dell’oratorio estivo 2010. Che è anche la canzone che cantano, il ritornello che hanno ormai imparato a memoria e che accompagna l’incontro, bello, familiare: in effetti sono tanti i papà e le mamme, i sacerdoti di Olgiate, gli educatori volontari che sono come “fratelli maggiori” dei bambini, gli adulti che collaborano generosamente in questo splendido angolo della Val Rendena, ai piedi delle Dolomiti.Il Cardinale ha una parola per ognuno di loro, anche se il primo pensiero è sempre per i più piccoli: lui è il “padre” di questa famiglia “in trasferta”, grande come è grande la nostra diocesi. Basti pensare che sono 50 mila i ragazzi che vivono la proposta estiva e che quest’anno oltre 15 mila hanno vissuto o stanno vivendo una o due settimane in campeggio. Realtà che colpisce il parroco di Pinzolo, don Benito Paoli, che, accanto a quello di Olgiate don Sergio Perego, parla quasi di “gelosia” per il modo di farsi prossimo e di educazione solidale che nota tra le tende “ambrosiane”.Dove, come spiega don Dino Dalla Grassa, vicario parrocchiale a Olgiate che accompagna i turni in campeggio, «cerchiamo di educare alla sobrietà, alla riflessione pur nel divertimento, al rispetto e alla salvaguardia della natura, all’essere “angeli custodi gli uni per gli altri”, anche concretamente, perché a ciascuno dei nostri ragazzi è stato affidato un amico o un’amica, in un gioco di vicendevole sostegno responsabile». Un’iniziativa che colpisce quando, leggendo alcuni messaggi affettuosi scritti dai più piccoli, loro stessi lo raccontano all’Arcivescovo.Insomma, una realtà complessiva che va molto al di là di un semplice relax vacanziero all’aria aperta e che, per questo, si vuole imitare, venendo magari dall’estero come i 4 seminaristi di Kluge, in Romania: ospiti di Olgiate, sono anche loro a Pinzolo e, come dice Vlad, «ho imparato tanto e lo dirò quando ritorneremo nel nostro Paese, dove non esiste nulla di simile, pur avendo tante montagne».La tradizione oratoriana e dei campeggi riuniti della diocesi è iniziata nell’immediato dopoguerra, dalla Val d’Aosta all’alta Lombardia fino al Trentino, come quest’anno a Pinzolo e a Campestrin, dove Tettamanzi visita le tende della Comunità pastorale Santa Caterina di Besana Brianza, alcuni gruppi parrocchiali provenienti da Monza e la Comunità della Trasfigurazione di Milano, quartiere Gallaratese. Il tutto in una festa di colori, di amicizia condivisa, ma anche e, soprattutto, di valori che non si dimenticano anche se si è in vacanza, anzi «che si devono portare nel cuore e riportare nelle proprie città e paesi, ogni giorno dell’anno».È questo il messaggio che l’Arcivescovo affida ai tantissimi che incontra tra le valli trentine e per cui celebra Messa a Pinzolo, anche con il “fuoriprogramma” di un acquazzone estivo che costringe a rientrare nella tenda dell’accoglienza, dove ci si stipa intorno all’altare improvvisato. Un’occasione in più per accettare ciò che il Signore ci manda, con «un sentimento di gioia». Quello stesso che, dice il Cardinale, io «sento quando vi vedo». E continua, citando il nome del campeggio di Olgiate “Stella del nord”, che con questa giornata da il via ai festeggiamenti per il 50° di attività: «Siate una luce, come quella delle stelle, qui, ma anche quando tornerete a casa». E l’invito rivolto ai ragazzi è anche un preciso monito per gli adulti: «Impariamo dai giovani, camminiamo insieme, non rinunciamo a guidarli anche con l’autorevolezza, ma rapportiamoci con loro come essi stessi ci indicano. I giovani non sono solo il nostro domani, la speranza della Chiesa, ma pure un indizio prezioso per comprendere come si orienti la società. Gli adulti sappiano tradurne le istanze attraverso una vita di compagnia e di condivisione. Vivere e condividere è possibile, lo dimostra l’esperienza del campeggio».Insomma, insieme si vince? «Sì – conclude il Cardinale – e da soli si perde. Sembra così facile da capire, ma spesso ciò non si realizza come sarebbe opportuno. Il campeggio testimonia proprio questo: vivere insieme è bello». – – Il pomeriggio a Pinzolo (photogallery) – “Sotto sopra per Dionigi”, un’emozione che si rinnova ogni anno (video) – Seconda giornata: Campestrin – La vacanza nel cuore per riviverla ogni giorno (audio)

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