"La passione di Dio per la giustizia: il compito del profeta di risvegliare le coscienze (Amos 2,6-16)" è il tema degli incontri in corso di svolgimento in tutta la Diocesi
di Pino NARDI
Redazione
«Sono una possibilità offerta in modo capillare a tutta la Diocesi due volte l’anno, in Avvento e in Quaresima. In Avvento, vi prendono parte di solito 800 persone. C’è un incremento significativo di giovani, grazie soprattutto ai partecipanti alle Scuole di formazione. Ma, certo, molti altri possono essere coinvolti. Basta avere passione per il bene di tutti e la volontà di sottoporsi, per una mezza giornata, alla luce e al sale della Parola. Di cui tutti abbiamo più che mai bisogno oggi». Monsignor Eros Monti, vicario per la Vita sociale della Diocesi, sottolinea il valore degli incontri di spiritualità per gli impegnati nelle realtà sociali e politiche. “‘La passione di Dio per la giustizia’: il compito del profeta di risvegliare le coscienze (Amos 2,6-16)” è il tema degli appuntamenti in corso in queste settimane in tutta la Diocesi.
Qual è il valore di questa iniziativa, proposta ormai da molti anni? «Non è esperienza di tutti i giorni incontrarsi per alcune ore, il sabato mattina o la domenica, con pubblici amministratori, giovani partecipanti alle Scuole di formazione all’impegno socio-politico, aclisti, operatori Caritas, membri di Azione Cattolica, di tutte le età e provenienze, per ascoltare un brano della Parola di Dio, pregare, mettere in comune la propria fede e celebrare l’Eucaristia – risponde monsignor Monti -. Ed è sempre esperienza arricchente, specie se ti trovi davanti un brano come quello di Amos, in cui capisci di non avere scampo. O ti metti dalla parte di una giustizia di qualità superiore (non occasionale e piena di compromessi o mostrata in apparenza ma non reale, ma che scopri come modo di essere perennemente a favore dell’altro, in qualsiasi situazione) o, come una spada affilata, quella Parola ti giudica, ti taglia in due, mostrandoti quanta parte di te (e non solo di te) risponde a logiche che sono ben altro rispetto alle attese di Dio. E quando ti metti in gruppo a riflettere il momento della condivisione delle proprie risonanze è sempre tra i più attesi».
Ma quali sono gli obiettivi? «Il primo e più immediato è tornare alle radici, attingere alle sorgenti del proprio impegno sociale e politico: là dove rinascono le motivazioni vere, perché resistano all’usura del tempo o delle facili autogiustificazioni (“in politica fanno tutti così”). Il secondo, è reimparare ad ascoltare la Parola e – con il suo aiuto – il nostro tempo, e ad ascoltarsi gli uni gli altri, perché soltanto insieme è possibile vivere coerentemente, da credenti, entro la complessità sociale attuale. Il terzo, il più profondo, è lasciarsi plasmare dalla grazia del Signore».
Incontri di spiritualità che vedono i giovani in prima fila. Come Pietro Resteghini, che ha partecipato alla prima edizione di “Date a Cesare” a Milano e ora è tra gli organizzatori della Scuola di Tradate (Varese): «Quando ho iniziato la scuola di formazione politica, non nascondo che le arrabbiature e le delusioni si sono alternate a momenti di gioia e profonda speranza nel mondo che mi si apriva davanti. Sono state le prime però che mi sono servite per capire come questo cammino fosse autentico e profondo, perché mi scomodava, mi faceva scontrare con i miei pregiudizi e limiti. La valutazione non può essere che positiva, tant’è che ora sono diventato coordinatore della segreteria per la zona II. L’esperienza inoltre è a mio avviso profetica in questo tempo di crisi strutturale, perché parla davanti alla comunità con quello sguardo profondo e lungimirante che contraddistingue le vie evangelicamente significative che hanno contraddistinto il cammino dei cristiani».
Spiritualità e impegno socio-politico: quale rapporto? «Un rapporto dialogico profondo, di mediazione, ma mai di compromesso – dice Resteghini -. Il piano spirituale appartiene ad ogni uomo, credente e non. Il piano politico deve essere frutto di un dialogo più profondo, più sincero e umano, di un confronto spirituale vero, non uno scontro di ideologie».
Francesco Pasquali, 33 anni, avvocato, di Desio, è consigliere comunale ed è impegnato in parrocchia: «Questi momenti sono preziosi, da valorizzare e custodire, per almeno tre ragioni. In primo luogo, facciamo esperienza di Chiesa nel modo tipico dei laici, che sono chiamati specificamente a “trattare le realtà temporali ordinandole secondo Dio” (Lumen gentium, 31). Il fatto di concludere l’incontro con l’Eucaristia ci ricorda che è attorno a Cristo e innestati in Lui, pur essendo parte di diversi partiti o schieramenti politici o ambiti sociali di impegno, che “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28), quindi agiamo, anche politicamente. Secondo, è bello che da qualche anno in questi incontri risuoni la Parola dei Profeti: scomodi protagonisti che inquietano le coscienze di chi gestisce il potere, con il primario scopo di volgerle all’unico Signore. E gli anni scorsi venivano associati i profeti del nostro tempo, come Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira. Terzo, la compartecipazione a questi momenti di politici impegnati nelle istituzioni e di operatori del sociale stimola l’ascolto insieme non solo della Parola di Dio, ma anche degli uomini e delle donne, soprattutto più poveri, che abitano le nostre città e di cui le persone impegnate hanno per primi il compito di farsi portavoce e prendersi cura». «Sono una possibilità offerta in modo capillare a tutta la Diocesi due volte l’anno, in Avvento e in Quaresima. In Avvento, vi prendono parte di solito 800 persone. C’è un incremento significativo di giovani, grazie soprattutto ai partecipanti alle Scuole di formazione. Ma, certo, molti altri possono essere coinvolti. Basta avere passione per il bene di tutti e la volontà di sottoporsi, per una mezza giornata, alla luce e al sale della Parola. Di cui tutti abbiamo più che mai bisogno oggi». Monsignor Eros Monti, vicario per la Vita sociale della Diocesi, sottolinea il valore degli incontri di spiritualità per gli impegnati nelle realtà sociali e politiche. “‘La passione di Dio per la giustizia’: il compito del profeta di risvegliare le coscienze (Amos 2,6-16)” è il tema degli appuntamenti in corso in queste settimane in tutta la Diocesi.Qual è il valore di questa iniziativa, proposta ormai da molti anni? «Non è esperienza di tutti i giorni incontrarsi per alcune ore, il sabato mattina o la domenica, con pubblici amministratori, giovani partecipanti alle Scuole di formazione all’impegno socio-politico, aclisti, operatori Caritas, membri di Azione Cattolica, di tutte le età e provenienze, per ascoltare un brano della Parola di Dio, pregare, mettere in comune la propria fede e celebrare l’Eucaristia – risponde monsignor Monti -. Ed è sempre esperienza arricchente, specie se ti trovi davanti un brano come quello di Amos, in cui capisci di non avere scampo. O ti metti dalla parte di una giustizia di qualità superiore (non occasionale e piena di compromessi o mostrata in apparenza ma non reale, ma che scopri come modo di essere perennemente a favore dell’altro, in qualsiasi situazione) o, come una spada affilata, quella Parola ti giudica, ti taglia in due, mostrandoti quanta parte di te (e non solo di te) risponde a logiche che sono ben altro rispetto alle attese di Dio. E quando ti metti in gruppo a riflettere il momento della condivisione delle proprie risonanze è sempre tra i più attesi».Ma quali sono gli obiettivi? «Il primo e più immediato è tornare alle radici, attingere alle sorgenti del proprio impegno sociale e politico: là dove rinascono le motivazioni vere, perché resistano all’usura del tempo o delle facili autogiustificazioni (“in politica fanno tutti così”). Il secondo, è reimparare ad ascoltare la Parola e – con il suo aiuto – il nostro tempo, e ad ascoltarsi gli uni gli altri, perché soltanto insieme è possibile vivere coerentemente, da credenti, entro la complessità sociale attuale. Il terzo, il più profondo, è lasciarsi plasmare dalla grazia del Signore».Incontri di spiritualità che vedono i giovani in prima fila. Come Pietro Resteghini, che ha partecipato alla prima edizione di “Date a Cesare” a Milano e ora è tra gli organizzatori della Scuola di Tradate (Varese): «Quando ho iniziato la scuola di formazione politica, non nascondo che le arrabbiature e le delusioni si sono alternate a momenti di gioia e profonda speranza nel mondo che mi si apriva davanti. Sono state le prime però che mi sono servite per capire come questo cammino fosse autentico e profondo, perché mi scomodava, mi faceva scontrare con i miei pregiudizi e limiti. La valutazione non può essere che positiva, tant’è che ora sono diventato coordinatore della segreteria per la zona II. L’esperienza inoltre è a mio avviso profetica in questo tempo di crisi strutturale, perché parla davanti alla comunità con quello sguardo profondo e lungimirante che contraddistingue le vie evangelicamente significative che hanno contraddistinto il cammino dei cristiani».Spiritualità e impegno socio-politico: quale rapporto? «Un rapporto dialogico profondo, di mediazione, ma mai di compromesso – dice Resteghini -. Il piano spirituale appartiene ad ogni uomo, credente e non. Il piano politico deve essere frutto di un dialogo più profondo, più sincero e umano, di un confronto spirituale vero, non uno scontro di ideologie».Francesco Pasquali, 33 anni, avvocato, di Desio, è consigliere comunale ed è impegnato in parrocchia: «Questi momenti sono preziosi, da valorizzare e custodire, per almeno tre ragioni. In primo luogo, facciamo esperienza di Chiesa nel modo tipico dei laici, che sono chiamati specificamente a “trattare le realtà temporali ordinandole secondo Dio” (Lumen gentium, 31). Il fatto di concludere l’incontro con l’Eucaristia ci ricorda che è attorno a Cristo e innestati in Lui, pur essendo parte di diversi partiti o schieramenti politici o ambiti sociali di impegno, che “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28), quindi agiamo, anche politicamente. Secondo, è bello che da qualche anno in questi incontri risuoni la Parola dei Profeti: scomodi protagonisti che inquietano le coscienze di chi gestisce il potere, con il primario scopo di volgerle all’unico Signore. E gli anni scorsi venivano associati i profeti del nostro tempo, come Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira. Terzo, la compartecipazione a questi momenti di politici impegnati nelle istituzioni e di operatori del sociale stimola l’ascolto insieme non solo della Parola di Dio, ma anche degli uomini e delle donne, soprattutto più poveri, che abitano le nostre città e di cui le persone impegnate hanno per primi il compito di farsi portavoce e prendersi cura». In calendario I prossimi incontri in calendario.Sabato 27 a Milano al Collegio S. Carlo (corso Magenta 71, ore 9-13, con mons. Eros Monti); per Gallarate, Somma Lombardo e Sesto Calende, Istituto Aloisianum (via Gonzaga 8 a Gallarate, ore 15-18, con don Marino Mosconi); a Monza, Suore Misericordine (via Messa 36, ore 9-13, con don Raffaello Ciccone); per Cesano Boscone, Spirito Santo (piazza Europa 5 a Corsico, ore 9-13, con don Walter Magnoni).Domenica 28 per Brivio-Merate, Convento Frati Minori (Sabbioncello, ore 9-13, con don Francesco Ghiaini); a Magenta, Centro Paolo VI (via S. Martino 13, ore 9-13, con don Ivano Valagussa); per Trezzo, Canonica Basiano (piazza S. Gregorio 6, ore 8.45-12.30, con don Tiziano Sangalli). – Monsignor Eros Monti, Piero Resteghini e Francesco Pasquali