Moira Chiodini, 35 anni, educatrice professionale in una comunità psichiatrica, a gennaio partirà per il Bangladesh, che ha già visitato

di Luisa BOVE
Redazione

Fino a qualche giorno fa Moira Chiodini (35 anni) lavorava come educatrice professionale per l’ospedale di Legnano in una comunità psichiatrica di Parabiago. Il suo desiderio è sempre stato quello di dedicarsi agli altri. «Fin da piccola avevo in mente l’idea di partire missionaria e di svolgere il mio lavoro all’estero», ammette oggi. Quando ha compiuto 18 anni ha iniziato a girare le missioni durante l’estate, «poi per vari motivi non sono mai riuscita a compiere una scelta definitiva.
Due anni fa mi è tornata la voglia di partire e ho detto: “Io provo”». Ha preso contatti con il Pime, dove aveva già chiesto di partecipare al cammino «Giovani e missioni», ma era troppo giovane. Su indicazioni di un’amica si è rivolta all’Associazione laici Pime (Alp) e ha iniziato con loro il percorso di preparazione.
A gennaio partirà per il Bangladesh, che ha visitato nell’ottobre scorso dopo il primo anno di cammino con il Pime. «Sarò a Dhaka, la capitale, per seguire un progetto svolgendo la mia professione», dice Moira. «Andrò in una parrocchia che ha diversi servizi, tra cui un doposcuola per ragazzi disabili; farò anche formazione e visiterò le famiglie. In città c’è anche un centro di accoglienza per malati che arrivano da tutto il Bangladesh, casi disperati inviati dai missionari per farli curare».
«Parto volentieri perché l’ho sempre sognato – dice l’educatrice – anche se ho un po’ paura di lasciare tutte le mie cose, perché qui la mia vita è molto piena, tra lavoro, amici e attività. Ma è come se avessi preso un impegno con Dio per 5 anni e parto con la speranza di non essere sola, anche se so che ci saranno tanti momenti difficili». Fino a qualche giorno fa Moira Chiodini (35 anni) lavorava come educatrice professionale per l’ospedale di Legnano in una comunità psichiatrica di Parabiago. Il suo desiderio è sempre stato quello di dedicarsi agli altri. «Fin da piccola avevo in mente l’idea di partire missionaria e di svolgere il mio lavoro all’estero», ammette oggi. Quando ha compiuto 18 anni ha iniziato a girare le missioni durante l’estate, «poi per vari motivi non sono mai riuscita a compiere una scelta definitiva.Due anni fa mi è tornata la voglia di partire e ho detto: “Io provo”». Ha preso contatti con il Pime, dove aveva già chiesto di partecipare al cammino «Giovani e missioni», ma era troppo giovane. Su indicazioni di un’amica si è rivolta all’Associazione laici Pime (Alp) e ha iniziato con loro il percorso di preparazione.A gennaio partirà per il Bangladesh, che ha visitato nell’ottobre scorso dopo il primo anno di cammino con il Pime. «Sarò a Dhaka, la capitale, per seguire un progetto svolgendo la mia professione», dice Moira. «Andrò in una parrocchia che ha diversi servizi, tra cui un doposcuola per ragazzi disabili; farò anche formazione e visiterò le famiglie. In città c’è anche un centro di accoglienza per malati che arrivano da tutto il Bangladesh, casi disperati inviati dai missionari per farli curare».«Parto volentieri perché l’ho sempre sognato – dice l’educatrice – anche se ho un po’ paura di lasciare tutte le mie cose, perché qui la mia vita è molto piena, tra lavoro, amici e attività. Ma è come se avessi preso un impegno con Dio per 5 anni e parto con la speranza di non essere sola, anche se so che ci saranno tanti momenti difficili».

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