Il direttore spirituale del Quadriennio teologico e dei cammini di avvicinamento al Seminario spiega la genesi della Csa («abbiamo studiato l’esperienza del “Sicomoro” nella diocesi di Como») e i suoi tre temi centrali: «La vita come vocazione, la libertà personale in gioco nella risposta alla chiamata del Signore, la vita comune come contesto ideale per la crescita e la formazione del giovane»

di Ylenia SPINELLI

Marco Crippa

Don Marco Crippa, direttore spirituale del Quadriennio teologico e dei cammini di avvicinamento al Seminario, sin dall’inizio ha lavorato con l’Arcivescovo alla Comunità seminaristica sdolescenti. Facendo un passo indietro, ci spiega le basi progettuali ed educative di questa importante iniziativa vocazionale.

Come si è arrivati a questa proposta?
La Comunità nasce da un desiderio profondo del nostro Arcivescovo, che non ha mai mancato di invitare i giovani a una seria ed approfondita riflessione sulla vocazione alla vita consacrata. Il progetto è stato pensato da una piccola équipe di sacerdoti nel febbraio 2014 ed è stato presentato alla Diocesi dal settembre successivo.

Ci si è ispirati a qualche proposta simile extradiocesana?
Esiste un’esperienza simile nella vicina diocesi di Como, chiamata “Il sicomoro”, iniziata da alcuni anni. È una proposta per gli adolescenti, ideata dal Seminario vescovile, che abbiamo conosciuto e studiato da vicino.

Perché ci ha messo tanto a partire?
In fondo sono passati solo due anni dall’inizio… Non è facile far conoscere una proposta nuova in un territorio vasto come quello della nostra Diocesi. Non basta leggere un comunicato per vedere l’avvio di una simile iniziativa che, tra l’altro, chiede il coinvolgimento personale dei preti impegnati nella Pastorale giovanile, che sono gli educatori diretti degli adolescenti. Interessante e arricchente è stato il confronto schietto con moltissimi giovani preti, incontrati nei loro Decanati. Dove abbiamo trovato le condizioni, abbiamo cercato di aumentare l’attenzione alla dimensione vocazionale della vita dei ragazzi, con incontri, Scuole della Parola, testimonianze, nella speranza di veder crescere una sensibilità che potesse portare all’apertura della Comunità seminaristica adolescenti. I semi sono stati gettati e lo saranno ancora.

Su quali basi educative si fonda la Csa?
Il progetto educativo si ispira alle indicazioni date dall’Arcivescovo riguardo l’accompagnamento vocazionale dei giovani. In questi anni non ha mancato di lanciare serie provocazioni per riflettere su come rispondere alla chiamata del Signore. Dai suoi interventi abbiamo delineato la proposta educativa attorno a tre temi centrali: la vita come vocazione; la libertà personale che si mette in gioco nella risposta gioiosa alla chiamata del Signore; la vita comune, come contesto ideale per la crescita e la formazione del giovane. Questi temi verranno affrontatati dagli adolescenti nelle settimane di vita comunitaria. Poi avranno una Regola di vita, con cui confrontarsi quotidianamente.

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