Redazione
Quest’anno le nostre priorità sono state: la formazione dei catechisti, la gestione degli asili e l’aiuto ai poveri.
Il nostro apostolato comprende delle regolari visite ai sette centri che si trovano in diverse aree della città e alla sua periferia.
In ognuno di questi si cerca di celebrare l’Eucarestia almeno ogni due settimane.
Di tanto in tanto celebriamo comunitariamente il sacramento della riconciliazione.
Si insiste comunque perché, anche senza la presenza del sacerdote, almeno una volta la settima la gente si incontri con il catechista per una condivisione sulla Parola in modo da preparare la liturgia della domenica o per pregare il rosario.
Almeno un paio di volte nell’arco dell’anno abbiamo anche portato solennemente l’Eucarestia per un’ora di adorazione con la gente per far sentire che Cristo nell’Eucarestia è davvero presente nella vita quotidiana e nelle sofferenze di tutti.
E’ questa una devozione non troppo conosciuta ma che si è cercato, pur senza grandi risultati di folle oceaniche, di proporre.
Ci occupiamo poi della formazione dei catechisti che devono portare avanti sul posto, il lavoro di catechesi ; in ogni centro abbiamo un gruppo di ragazzi che si prepara a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Recentemente abbiamo ricominciato anche quattro gruppi sopra i 15 anni.
I catechisti sono il motore della vita delle varie comunità, sentiamo che dobbiamo dedicare loro sempre più tempo.
I nostri catechisti sono molto giovani e probabilmente neccessitano ancora di molta formazione.
In occasione della festa del patrono di ogni centro, facciamo una visita con il consiglio pastorale per incontrare il comitato locale responsabile e i cristiani del posto.
E’ un momento di verifica delle varie attività, di ciò che funziona e per cui bisogna ringraziare il Signore, e di ciò che deve essere migliorato, e c’è sempre tanto da migliorare.
Quest’anno la nostra agenda verteva su tre punti: i sacramenti e la preghiera, gli asili, l’aiuto ai poveri.
Abbiamo infatti anche sette asili per un totale di circa 500 bambini, ma potrebbero essere molti di più e si sta insistendo molto per formare dei comitati di genitori che possano aiutarci nel sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’istruzione per i ragazzi e per cercare di trovare soluzioni ai problemi che ostacolano le presenze (il piccolo contributo per la retta mensile e per la colazione).
Non abbiamo scuole, però il venerdì (giorno di vacanza per i paesi Islamici) accogliamo in 5 nostri centri circa 1800 ragazzi delle scuole primarie e secondarie (tra cui anche vari protestanti e copti) per due ore di religione Cristiana in alternativa al corso regolare di Islam.
Abbiamo una trentina di maestri che seguono questa attività.
A fine anno vengono sostenuti dai ragazzi degli esami riconosciuti dall’autorità scolastica.
Nelle scuole pubbliche infatti il governo non è in grado di garantire se non l’insegnamento della religione Islamica; si è così cercato di aiutare i nostri ragazzi venendo a questo accordo.
Il voto di religione è infatti indispensabile per poter andare avanti con gli studi. Un’altra attività che si porta avanti è l’aiuto ai poveri. Una suora infermiera passa un po’ del suo tempo per la visita dei malati in un piccolo ambulatorio (malarie, TBC, influenze, tossi, ustioni, ferite, infezioni sono tra i più comuni acciacchi di questa gente).
Altre volte si accompagnano i malati all’ospedale della città e si contribuisce economicamente per visite più specialistiche o esami clinici .
Si aiuta per l’acquisto di alcune medicine.
Ci sono poi interventi straordinari e contributi in caso di incendi alle capanne (piuttosto comuni in quanto sono di legno e paglia e quindi facilmente infiammabili), disastri causati da venti impetuosi (molto frequenti) e improvvise tempeste, lenzuoli per riparasi dal freddo nel breve periodo invernale, ecc.