Redazione
Cuamba è una cittadina di circa 60 mila abitanti e la nostra comunità (oltre a me c’è un altro sacerdote e un fratello religioso) si occupa di tre parrocchie:
una è a Cuamba e le altre due sono a Mituque e a Metarica.
Le parrocchie, che hanno un territorio molto vasto (complessivamente circa 10 mila chilometri quadrati), sono a sua volta costituite da piccole comunità cristiane (la più piccola è costituita da 12 famiglie, circa 50 persone).
In totale seguiamo 178 comunità .
Come è facile immaginare, riuscivano a visitare ogni comunità poche volte all’anno. Quando visitiamo una comunità amministriamo alcuni sacramenti
(ma per il battesimo, la prima comunione e i funerali ci pensano gli animatori della comunità), confessiamo, celebriamo la S. Messa, visitiamo i malati e incontriamo tutta la comunità per un momento di riflessione e di scambio. E’ evidente, quindi, che il funzionamento della singole comunità dipende soprattutto dagli animatori, sui quali quindi gravano grandi responsabilità. E’ capitato che, per una serie di ragioni, una comunità non sia stata visitata per ben tre anni. Quando ci siamo andati abbiamo trovato una comunità vivace, che era riuscita a portare avanti il proprio cammino di fede. In quei tre anni l’unico contatto fra la comunità e il resto della parrocchia era stato solo l’animatore che periodicamente deve recarsi in parrocchia per gli incontri di formazione. Dobbiamo anche considerare che i villaggi restano spesso isolati per mesi e quindi la mancanza della visita del sacerdote significa effettivamente un isolamento dal resto della parrocchia e l’unico filo conduttore è appunto l’animatore. Nella sede della parrocchia la domenica è un giorno speciale, anche perché viene celebrata una sola messa e quindi diventa il momento in cui tutta la comunità, almeno coloro che vivono non lontano dalla sede parrocchiale, si ritrova. Gli altri nelle loro comunità celebrano la Parola.