Nella Cattedrale di Cefalù l’Arcivescovo ha aperto il pellegrinaggio Ismi sulle orme di don Puglisi, il sacerdote assassinato dalla mafia e beatificato nel 2013. Vi partecipano 120 presbiteri ambrosiani ordinati tra il 2006 e il 2015
di Davide MILANI
«Che cosa desideriamo con questo pellegrinaggio, cosa vogliamo? Cercare sguardi e volti che ci interroghino»: è stato il vicario generale della Diocesi di Milano e responsabile della Formazione permanente del clero monsignor Mario Delpini ad aprire lunedì 11 aprile l’esperienza in Sicilia di 120 giovani preti, promossa dall’Ismi, l’Istituto sacerdotale Maria Immacolata, e riservata ai sacerdoti ordinati tra il 2006 e il 2015.
«Siamo qui per incontrare i volti delle opere d’arte, il volto di don Pino Puglisi, lo sguardo di Cristo», ha spiegato Delpini rivolgendosi ai sacerdoti ambrosiani parlando ai piedi del maestoso mosaico del Pantocratore della Cattedrale di Cefalù, portato a compimento nel 1148 sotto il regno di Ruggero II. «Questo sguardo di Gesù ci interroga e ci inquieta – ha proseguito -: è uno sguardo che ci vuole bene e noi vogliamo lasciarci raggiungere da lui». E parlando di Puglisi, il prete palermitano ucciso dalla mafia e beatificato nel 2013, Delpini ha ricordato «lo sguardo di un confratello che ci stimola, ci incoraggia e ci interroga: io quale sguardo ho della realtà? Quale volto di prete presento alla gente, alla Chiesa?».
L’incontro nella Cattedrale di questa piccola, ma storica comunità diocesana – 110 mila abitanti, 53 parrocchie, 23 Comuni, 82 preti – ha aperto il pellegrinaggio che si protrarrà fino a venerdì 15 aprile e che nei primi giorni è guidato dal cardinale Angelo Scola. «Siamo qui perché abbiamo sentito il fascino della potenza inerme del martirio – ha spiegato l’Arcivescovo di Milano nell’omelia della Messa -. Siamo qui perché vogliamo capire come il beato don Pino Puglisi, un prete come noi, un sacerdote immerso nella pastorale ordinaria come tutti noi, sia potuto giungere a rispondere all’amore di Gesù fino al supremo gesto dal martirio. Anche noi non possiamo e non dobbiamo sfuggire alla logica del martirio: del sangue o della pazienza del quotidiano, cui il ministero ci chiama. Per questo dobbiamo elevare una preghiera: “Aiutaci Signore a dare la vita per te”».
«Vedere così tanti giovani sacerdoti nella nostra cattedrale è un sussulto di speranza e di gioia – ha confidato il vescovo di Cefalù monsignor Vincenzo Manzella al termine della celebrazione -. Non potete immaginare il regalo che ci avete fatto oggi. Abbiate fiducia nell’uomo e nel Signore: se siamo qui è perché abbiamo creduto in lui. Vi auguro che il volto di questo Cristo Pantocratore, in questo Anno della Misericordia, rimanga nel vostro cuore».