A Meda l’Arcivescovo incontra i fedeli del Decanato che ha assunto l’attuale conformazione solo nel 2014, ma che da sempre si caratterizza per le numerose espressioni di vita di fede, i fermenti culturali, l’attività caritativa e solidale. Ne parla il decano don Flavio Riva

di Veronica TODARO

Flavio Riva
04- 03-2009 RHO (mi) IL CARDINALE TETTAMNZI PRESIEDE ALL' ASSEMBLEA SINODALE DEL CLERO PRESSO IL COLLEGIO OBLATI PADRI MISSIONARI

Martedì 19 gennaio il cardinale Angelo Scola sarà in visita pastorale a Meda per incontrare i fedeli del Decanato Seregno-Seveso. L’appuntamento è in programma alle 21 nella chiesa di Santa Maria Nascente e sarà l’occasione per compiere una seria e fruttuosa verifica su come la comunità abbia accolto le proposte dal magistero dell’Arcivescovo.

Un Decanato, quello di Seregno-Seveso, «di antica storia, ma di recente nascita», come precisa il decano don Flavio Riva, con 148.517 abitanti sparsi in sei Comuni e 26 parrocchie (25 delle quali riunite in cinque Comunità pastorali), più un’Unità pastorale, 56 preti, 4 diaconi e 21 comunità religiose: tutti in attesa dell’Arcivescovo. «Con decreto arcivescovile del 9 settembre 2014 il Decanato di Seregno (Comuni di Seregno e Giussano) è stato soppresso e la città di Seregno è stata aggregata al Decanato di Seveso – racconta don Flavio -. Contestualmente il Decanato ha assunto il nome di Seregno-Seveso. Delle 26 parrocchie del Decanato solo Barlassina è parrocchia autonoma, anche se fa parte dell’Unità di pastorale giovanile con la Comunità pastorale S. Stefano di Lentate. Le altre parrocchie sono riunite in Comunità pastorale. Lo sforzo di questi inizi ha impegnato e in parte logorato preti e laici, anche con avvicendamenti veloci di clero».

Nel Decanato non mancano luoghi di espressione culturale, con cinque sale della Comunità, le iniziative proposte dall’Abbazia benedettina di Seregno, Università delle Tre età molto frequentate e numerosissime scuole paritarie. «Non tutto è facile da coordinare – sottolinea don Riva – e spesso questo carico di gestione e strutture impensierisce, affanna e preoccupa le comunità cristiane, i Consigli per i beni economici e i parroci responsabili». Come detto, il Decanato è caratterizzato anche dalla presenza di ben 21 Comunità religiose, tra le quali meritano un cenno particolare le Adoratrici di Seregno.

Dice ancora il Decano: «Il territorio è monitorato dalle Caritas cittadine coordinate da una Segreteria decanale, da una capillare presenza delle Caritas parrocchiali e da moltissime associazioni di volontariato per la disabilità, la sofferenza, la malattia. Abbiamo sostenuto un grosso impegno con l’erogazione del Fondo Famiglia Lavoro nella sua seconda fase, accompagnando progetti di formazione e lavoro. Un lavoro notevole è stato compiuto dalle parrocchie anche sul fronte dell’emergenza alimentare».

Un altro aspetto degno di nota sono i luoghi di vicinanza alle sofferenze: ospedali, case di cura, Istituto don Orione, Casa Betania (legata a fratel Ettore). Inoltre le comunità cristiane da anni lavorano per l’integrazione degli stranieri e ora per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Sono infatti molte le etnie presenti sul territorio: «Est Europa, maghrebini, soprattutto pakistani e qualche cinese – precisa don Riva -. Le comunità sono molto attente al fenomeno con le scuole di italiano per stranieri, i centri di ascolto, i doposcuola e gli oratori. Dall’estate del 2014 a Seregno e Cesano sono ospitati profughi in attesa di riconoscimento. Con loro e per loro si sono attivate occasioni di scambio, formazione, esperienza e volontariato che mirano a favorire il rispetto e il servizio alla persona straniera e al suo progetto di vita e un’inclusione sostenibile e favorevole nel nostro territorio».

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