L’appuntamento con l’Arcivescovo nell’ambito del Campus in programma dal 13 al 19 febbraio all’oratorio di Maria Madre della Chiesa, che ospiterà anche ragazzi provenienti da Bosnia, Croazia e Francia

di Emilia FLOCCHINI

Campus Educazione alla pace_Gratosoglio

Anche il cardinale Angelo Scola sarà tra le personalità invitate al Campus di Educazione alla Pace che si svolgerà dal 13 al 19 febbraio presso l’oratorio di Maria Madre della Chiesa, nel quartiere milanese di Gratosoglio, sul tema «La città tra paura e possibilità». La visita dell’Arcivescovo è prevista per giovedì 16 febbraio alle 17.30, quando dialogherà con i ragazzi nel salone-teatro di Maria Madre della Chiesa, dove incontrerà anche gli abitanti del quartiere.

Dai giovani abitanti delle periferie passa il futuro di Milano e dell’Europa: così la pensano gli organizzatori del Campus. Già nell’ultima settimana di agosto 2016 l’oratorio aveva ospitato oltre quaranta ragazzi e ragazze, cristiani e musulmani, milanesi e provenienti dalla Bosnia, precisamente da Sarajevo. Insieme hanno vissuto un’esperienza che prevedeva riflessioni, testimonianze e visite a luoghi significativi di Milano, oltre che attività ludiche e sportive. Per la seconda edizione è stata decisa un’ulteriore apertura: sono stati invitati ragazzi che vivono nella banlieue di St-Dénis a Parigi, ma anche altri nativi di Ogulin, piccola e antica città in Croazia (a 70 chilometri da Zagabria), situata lungo una delle rotte percorse dai migranti lungo il territorio europeo.

Don Giovanni Salatino, che si occupa degli oratori delle parrocchie di Maria Madre della Chiesa e San Barnaba in Gratosoglio, in un articolo per il blog delle due comunità definisce il Campus come «una parola a margine, ma non marginale per questo scorcio storico che stiamo vivendo. A margine perché nessuno di noi da solo ha il potere di cambiare il corso della storia, di invertire la rotta di un mondo che sta alzando muri, in cui si aprono conflitti, in cui nel solco delle spaccature del terrorismo vengono seminati paura e pregiudizio. Ma ognuno può esprimere un giudizio su di essa e nel suo piccolo imboccare una rotta contraria», per esempio rifiutando l’idea per cui una religione, piuttosto che un’altra, sia portatrice di morte e che il terrorismo sia l’unica risposta possibile.

L’idea che questo concetto passi attraverso i più giovani, prosegue don Salatino, costituisce «un rilancio dell’educazione perché possano abbracciare questo mondo consegnato alle loro mani logoro, diviso e ferito e pensarlo diversamente in una logica di incontro e di cura». Il tutto in una vera e propria scommessa sul futuro del quartiere, perché esso non diventi un luogo dove i conflitti, per esempio tra abitanti più antichi e nuovi immigrati, inneschino dinamiche potenzialmente esplosive: «Oggi si deve scegliere che volto dovrà avere il nostro quartiere e se un giorno sarà spenta ogni traccia di divisione e di violenza è perché i nostri ragazzi hanno imparato a gettare ponti».

All’appello per ospitare i ragazzi solo per dormire e la prima colazione hanno risposto 50 tra singoli e famiglie, mentre altri volontari si sono resi disponibili per varie mansioni di ordine pratico. Il Municipio 5 della Città Metropolitana di Milano ha dato il suo patrocinio principale al progetto, sostenuto anche dalla Cooperativa Sociale Lo Scrigno, il Consorzio Farsi Prossimo, l’Agesci, l’associazione scout musulmani Assim di Solaro, il Centro Asteria, il Centro Ambrosiano di Dialogo con le Religioni e l’Istituto Allende-Custodi di Milano.

Dopo la visita del cardinale Scola, sabato 18 febbraio monsignor Carlo Faccendini, Vicario dell’Arcivescovo per la città di Milano, celebrerà la Messa nella parrocchia di San Barnaba, a cui sono stati invitati anche i partecipanti cattolici del Campus della Pace.

 

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