C'è bisogno di uno sguardo di speranza, di una prospettiva per il futuro, ciò che fa la differenza in ogni ambito
Redazione
16/12/2008
di Martino INCARBONE
Vicepresidente Ac ambrosiana responsabile Settore giovani
Non si salva il mondo dal di fuori; occorre, come il Verbo di Dio che si è fatto uomo, immedesimarsi, in certa misura, nelle forme di vita di coloro a cui si vuole portare il messaggio di Cristo». Parole di Paolo VI, pronunciate dal cardinale Tettamanzi nel Discorso alla città alla vigilia di S. Ambrogio.
Èstato emozionante ascoltare come l’Arcivescovo ha declinato in maniera coraggiosa ciò che queste parole possono significare per Milano. Ha teso la sua riflessione verso l’alto, ha voluto indicare con traguardi ambiziosi ciò che conta davvero nella vita. Solo i bisogni profondi dell’uomo, solo un coraggioso sguardo in avanti possono appassionare i giovani.
Il Rapporto Ambrosianum 2006, Restituiamo il futuro ai giovani, metteva in luce alcune linee di tendenza: la transizione demografica con il diminuire della quota giovanile e all’interno di questa un forte aumento degli stranieri; una crescente disuguaglianza del successo scolastico tra centri urbani, periferie e tra diverse estrazioni sociali; un mercato del lavoro in ingresso con molte opportunità, ma precario; la difficoltà a metter su casa per le giovani coppie; l’ambito privilegiato di crescita sociale come associazionismo e volontariato.
In questo scenario i giovani di oggi vivono gioie e speranze, tristezze e angosce della loro vita quotidiana. In un’Italia che sembra governata in politica e in economia dalla “casta”, attraversata dai tentacoli delle molte Gomorra, i giovani hanno bisogno di uno sguardo di speranza, di una prospettiva per il futuro. È questa che fa la differenza in ogni ambito, è la molla che fa scattare nei giovani che «studiano, lavorano, si dedicano agli altri, si preparano con serietà al futuro, si divertono in modo sano» la voglia di “buttarsi” con coraggio a cominciare dalle scelte quotidiane.
L’ambito ecclesiale resta occasione privilegiata di formazione a 360 gradi: scommettiamo ancora di più sui giovani. La Chiesa ambrosiana è proiettata verso il futuro, con la novità delle comunità pastorali e il rimodellarsi della pastorale giovanile: gli oratori e le comunità devono continuare a essere luoghi vivi, in cui i giovani siano un vero soggetto attivo e protagonista, nella propria formazione, nella cura dei più piccoli, nel contributo di laici alla vita della comunità.
Continueremo così ad essere educatori credibili. In quest’ottica l’invito del Cardinale a dare fiducia ai giovani è più che mai attuale. È proprio la fiducia data che può infondere coraggio, può indurre a essere protagonisti. Perché i giovani prendono sul serio chi è capace di prenderli sul serio.