Al Santuario, mercoledì 10 giugno alle 21, uno spettacolo per riscoprire l'Apostolo delle genti promosso dal Teatro Sociale e dalla Prepositura di San Giovanni Battista
Carlo ROSSI
Redazione
«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: è con queste parole, poste in chiusura del breve profilo autobiografico contenuto nella Lettera ai Galati, che San Paolo racconta la sua conversione al cristianesimo, il suo sconvolgente incontro-scontro con la persona di Gesù, il Risorto, lungo la via di Damasco. Un episodio al centro dello spettacolo Paulus. L’apostolo delle genti, promosso dal Teatro Sociale di Busto Arsizio in collaborazione con la Parrocchia prepositurale di San Giovanni Battista, nella cornice dell’Anno paolino.
Mercoledì 10 giugno, alle 21, il Santuario di Santa Maria di Piazza, piccolo gioiello rinascimentale di impianto bramantesco, che al suo interno accoglie opere di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini, si trasformerà in palcoscenico. In questi spazio, infatti, gli attori Ambra Greta Cajelli, Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, con la collaborazione del giovane Fabio Gentile, dell’organista Marco Carraro e della cantante Tina Mancuso, narreranno la vita di Paolo di Tarso, passato alla storia come il “tredicesimo apostolo”, ossia il discepolo che non conobbe personalmente Gesù, ma che fu instancabile messaggero del suo Vangelo dalla Siria all’Asia minore, dalla Grecia a Roma.
Lo spettacolo, su testo e per la regia di Delia Cajelli, è ispirato agli Atti degli Apostoli, nella cui seconda parte l’evangelista Luca descrive il ministero itinerante di San Paolo, nonché alle tredici lettere paoline, scritte negli anni 50 del I secolo e raccolte nel Nuovo Testamento, prezioso ventaglio di insegnamenti morali, illuminazioni dottrinali e verità teologiche.
Partendo dalla lapidazione del protomartire Stefano, la rappresentazione, agile e coinvolgente, ripercorre le tappe più significative del percorso storico e interiore che portò il giovane Saulo, fiero sostenitore delle tradizioni dei padri e accanito persecutore dei cristiani, a diventare “l’apostolo delle genti”. La conversione sulla via di Damasco, la cecità, il battesimo da parte di Anania, i tanti viaggi missionari in giro per il mondo, l’incontro con Pietro, il martirio al tempo dell’imperatore Nerone e la decapitazione sono alcune delle scene che sarà possibile “rivivere”.
«Il pubblico avrà un ruolo attivo nello spettacolo – spiega la regista Delia Cajelli -: verrà invitato a porre domande agli attori, così da riflettere sull’attualità del pensiero paolino, sul fascino di un messaggio che parla di vita, fede, speranza, coraggio e carità».
Ingresso libero.
Info: tel. 0331.679000 (lun-ven h 9-12.30 e 15-18, sabato h 9-12.30); fax. 0331.637289 – info@teatrosociale.it – www.teatrosociale.it «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: è con queste parole, poste in chiusura del breve profilo autobiografico contenuto nella Lettera ai Galati, che San Paolo racconta la sua conversione al cristianesimo, il suo sconvolgente incontro-scontro con la persona di Gesù, il Risorto, lungo la via di Damasco. Un episodio al centro dello spettacolo Paulus. L’apostolo delle genti, promosso dal Teatro Sociale di Busto Arsizio in collaborazione con la Parrocchia prepositurale di San Giovanni Battista, nella cornice dell’Anno paolino.Mercoledì 10 giugno, alle 21, il Santuario di Santa Maria di Piazza, piccolo gioiello rinascimentale di impianto bramantesco, che al suo interno accoglie opere di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini, si trasformerà in palcoscenico. In questi spazio, infatti, gli attori Ambra Greta Cajelli, Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano, con la collaborazione del giovane Fabio Gentile, dell’organista Marco Carraro e della cantante Tina Mancuso, narreranno la vita di Paolo di Tarso, passato alla storia come il “tredicesimo apostolo”, ossia il discepolo che non conobbe personalmente Gesù, ma che fu instancabile messaggero del suo Vangelo dalla Siria all’Asia minore, dalla Grecia a Roma.Lo spettacolo, su testo e per la regia di Delia Cajelli, è ispirato agli Atti degli Apostoli, nella cui seconda parte l’evangelista Luca descrive il ministero itinerante di San Paolo, nonché alle tredici lettere paoline, scritte negli anni 50 del I secolo e raccolte nel Nuovo Testamento, prezioso ventaglio di insegnamenti morali, illuminazioni dottrinali e verità teologiche.Partendo dalla lapidazione del protomartire Stefano, la rappresentazione, agile e coinvolgente, ripercorre le tappe più significative del percorso storico e interiore che portò il giovane Saulo, fiero sostenitore delle tradizioni dei padri e accanito persecutore dei cristiani, a diventare “l’apostolo delle genti”. La conversione sulla via di Damasco, la cecità, il battesimo da parte di Anania, i tanti viaggi missionari in giro per il mondo, l’incontro con Pietro, il martirio al tempo dell’imperatore Nerone e la decapitazione sono alcune delle scene che sarà possibile “rivivere”.«Il pubblico avrà un ruolo attivo nello spettacolo – spiega la regista Delia Cajelli -: verrà invitato a porre domande agli attori, così da riflettere sull’attualità del pensiero paolino, sul fascino di un messaggio che parla di vita, fede, speranza, coraggio e carità».Ingresso libero.Info: tel. 0331.679000 (lun-ven h 9-12.30 e 15-18, sabato h 9-12.30); fax. 0331.637289 – info@teatrosociale.it – www.teatrosociale.it