Il regista polacco parteciperà all'ultimo incontro della rassegna "Sacro e profano - le forme del sacro"


Redazione

Martedì 23 novembre, alle 21, presso il Cinema-Teatro Villoresi di Monza, si terrà l’incontro conclusivo della rassegna “Sacro e profano – le forme del sacro”, dal titolo “Il sacro nel cinema tra dubbio e fede”, con la presenza del regista polacco Krzysztof Zanussi di cui verrà proiettato il film Le voci interiori. Interverrà il critico cinematografico Gianni Canova.
Zanussi è nato a Varsavia nel 1939. Avviatosi verso studi di fisica prima e di filosofia poi, che segneranno la doppia anima razionale e dialettica di molti suoi personaggi, si diploma alla Scuola di Cinema di Lodz, con un mediometraggio (La morte del padre provinciale, 1966) che, premiato in diversi festival internazionali, lo spinge verso il documentario televisivo. Attratto, fin dall’esordio nel lungometraggio (La struttura del cristallo, 1969), dal confronto sulla moralità e sulla dignità umana, rischiarato da un cattolicesimo sommesso e mai prodigo di soluzioni, si avvale di un formalismo figurativo sotteso e mai esibito, di estrema eleganza. Sceneggiatore di quasi tutti i suoi film, esemplare nel descrivere in un ritmo da diario sincopato disseminato di dubbi esistenziali, percorsi di vita “irrisolti” e inquieti (Illuminazione, 1973) o nell’aprire una dissertazione sull’oscuro mistero della morte (La spirale, 1978), corre sul filo di una rigidità tematico-formale che talvolta prende il sopravvento (L’imperativo, 1982). Tutt’altro che monolitico riesce a coniugare l’apologo etico con le esigenze di genere in produzioni internazionali (Kit e l’omicida, 1974), così come esplora nella feroce commedia sociale dai tratti surreali i gironi della borghesia nazionale (Contratto di matrimonio, 1980). Mentore di Kieslowski attraverso la casa di produzione statale Tor, di cui è direttore, attratto dal documentario biografico, edificante, ma trattato con sobrietà (Da un paese lontano – Giovanni Paolo II, 1981; Vita per vita – Maximilian Kolbe, 1991). Gli anni 2000 lo vedono attivo in produzioni internazionali, che ripropongono lo stile e le tematiche che lo caratterizzano (Persona non grata, 2005), con una parentesi tutta italiana (Il sole nero, 2007).
Le voci interiori è stato scritto e diretto da Zanussi appositamente per il la televisione polacca TVP Kultura. Composto da due episodi intitolati “Il sogno” e “Tarda nomina”, racconta di un conflitto drammatico tra un padre e sua figlia adulta, su questioni riguardanti la fede e la spiritualità. In esso il regista polacco ritrova l’opportunità di ribadire le domande fondamentali sul senso del credere, sull’autenticità della fede delle persone, sullo scontro tra razionalismo e spiritualità. Il tutto è trattato con tono leggero ed un pizzico di ironia. Martedì 23 novembre, alle 21, presso il Cinema-Teatro Villoresi di Monza, si terrà l’incontro conclusivo della rassegna “Sacro e profano – le forme del sacro”, dal titolo “Il sacro nel cinema tra dubbio e fede”, con la presenza del regista polacco Krzysztof Zanussi di cui verrà proiettato il film Le voci interiori. Interverrà il critico cinematografico Gianni Canova.Zanussi è nato a Varsavia nel 1939. Avviatosi verso studi di fisica prima e di filosofia poi, che segneranno la doppia anima razionale e dialettica di molti suoi personaggi, si diploma alla Scuola di Cinema di Lodz, con un mediometraggio (La morte del padre provinciale, 1966) che, premiato in diversi festival internazionali, lo spinge verso il documentario televisivo. Attratto, fin dall’esordio nel lungometraggio (La struttura del cristallo, 1969), dal confronto sulla moralità e sulla dignità umana, rischiarato da un cattolicesimo sommesso e mai prodigo di soluzioni, si avvale di un formalismo figurativo sotteso e mai esibito, di estrema eleganza. Sceneggiatore di quasi tutti i suoi film, esemplare nel descrivere in un ritmo da diario sincopato disseminato di dubbi esistenziali, percorsi di vita “irrisolti” e inquieti (Illuminazione, 1973) o nell’aprire una dissertazione sull’oscuro mistero della morte (La spirale, 1978), corre sul filo di una rigidità tematico-formale che talvolta prende il sopravvento (L’imperativo, 1982). Tutt’altro che monolitico riesce a coniugare l’apologo etico con le esigenze di genere in produzioni internazionali (Kit e l’omicida, 1974), così come esplora nella feroce commedia sociale dai tratti surreali i gironi della borghesia nazionale (Contratto di matrimonio, 1980). Mentore di Kieslowski attraverso la casa di produzione statale Tor, di cui è direttore, attratto dal documentario biografico, edificante, ma trattato con sobrietà (Da un paese lontano – Giovanni Paolo II, 1981; Vita per vita – Maximilian Kolbe, 1991). Gli anni 2000 lo vedono attivo in produzioni internazionali, che ripropongono lo stile e le tematiche che lo caratterizzano (Persona non grata, 2005), con una parentesi tutta italiana (Il sole nero, 2007).Le voci interiori è stato scritto e diretto da Zanussi appositamente per il la televisione polacca TVP Kultura. Composto da due episodi intitolati “Il sogno” e “Tarda nomina”, racconta di un conflitto drammatico tra un padre e sua figlia adulta, su questioni riguardanti la fede e la spiritualità. In esso il regista polacco ritrova l’opportunità di ribadire le domande fondamentali sul senso del credere, sull’autenticità della fede delle persone, sullo scontro tra razionalismo e spiritualità. Il tutto è trattato con tono leggero ed un pizzico di ironia.

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