Nel ventesimo anniversario della morte, il Teatro Officina porta in scena “I volti della povertà”
Venerdì 24 febbraio, alle 21, al Teatro Giovanni XXIII di Cusano Milanino (viale Matteotti 57), in occasione del ventesimo anniversario della morte di padre David Maria Turoldo, andrà in scena I volti della povertà, spettacolo prodotto dal Teatro Officina, con regia Massimo de Vita e Daniela Airoldi Bianchi. Ne sono interpreti Massimo de Vita, Luca Aiello, Mavis Castellanos, Stefano Grignani, Irene Quartana e Eleonora Sacchi; ha collaborato alla drammaturgia Roberto Carusi, con un contributo di Mohamed Ba; le scenografie sono di Carla Cipolla e Gianluca Martinelli, i video di Enzo Biscardi, con un contributo straordinario per la fotografia di Enrico Mascheroni.
Non si tratta di una celebrazione, quantodi un’interrogazione profonda; lontana da ogni compiacimento nostalgico, per cercare di andare al cuore del messaggio turoldiano. I poveri, vero popolo di Dio, Sua profezia. A partire da questa centralità ecco legami, rimandi, analogie con altri testimoni del nostro tempo, che sui bisognosi hanno fondato la loro vocazione e la loro missione: Tonino Bello, Alex Zanotelli, Virginio Colmegna, Angelo Casati, Luigi Ciotti.
Lo spettacolo, raccogliendo materiali poetici e di prosa, punta dritto sul nostro “tempo malato” e sulla necessità di farsi “prossimo” verso gli ultimi, e verso gli stranieri innanzitutto, questi “nuovi” fratelli che, soffrendo “la ferocia dei numeri”, vivono il massimo della disperazione e il massimo della speranza.
In uno spazio volutamente spoglio e disadorno, essenziale come la parola turoldiana, l’azione teatrale tende a coagularsi in una zona sospesa fra il proscenio e il pubblico, ove una culla-pagoda, fatta di paglia,di corda e di iuta, diventa di volta in volta sudario, barca sul mare, bara kantoriana. In questo spazio si muovono i volti della povertà: da quelli indicati da Turoldo attraverso le parole del vescovo del Salvador Oscar Romero (ucciso sull’altare nel 1980 da un sicario del regime dittatoriale di quel Paese) fino a quelli evocati da Alex Zanotelli, come Florence, morta di Aids a 16 anni nella baraccopoli di Korogocho. Ci portano le testimonianze, dolenti eppure cariche di speranza, del mondo degli “ultimi”. Testimonianze estreme, come quella – scritta da Mohamed Ba – di un gruppo di naufraghi africani che dalla costa libica cercano di raggiungere l’Italia su un’imbarcazione di fortuna, e vedono morire uno dopo l’altro i propri compagni di sventura.
Ingresso gratuito.
Info: Teatro Officina (tel. 02.2553200 – info@teatroofficina.it – www.teatroofficina.it); Teatro Giovanni XXIII (tel 02.61.33.208 – 02.61.92.214 – info@teatrocusano.it – www.teatrocusano.it)