In prima nazionale, un progetto di Crt in collaborazione con Piccolo Teatro, con Ferruccio Soleri e la partecipazione di Enrico Bonavera, Silvio Castiglioni, Claudia Contin e i Burattini di Daniele Cortesi
Quando si alzò il sipario sulla prima rappresentazione di Arlecchino servitore di due padroni nel 1947, neanche Giorgio Strehler avrebbe potuto immaginare che quello spettacolo del Piccolo Teatro appena fondato con Paolo Grassi sarebbe diventato l’icona del teatro italiano nel mondo. Dopo oltre mezzo secolo dalla geniale invenzione, che trasformò il Truffaldino di Goldoni nella maschera di Arlecchino, Marcello Moretti prima, e Ferruccio Soleri poi, sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte, l’icona di una creatività che ancora oggi non manca di meravigliare il pubblico di ogni continente, abbattendo ogni volta tutte le barriere di lingua e di cultura.
Per varare l’avvio di una collaborazione progettuale con quel “ragazzaccio terribile di Paolo Rossi”, il Crt Milano, appena insediato al Teatro dell’Arte, ha proposto di ripartire da Arlecchino e dalla Commedia dell’Arte. Un progetto lungo un anno, attraverso cui lo spettacolo prenderà la sua forma definitiva.
L’Arlecchino di Paolo Rossi sarà «come uscito dalla bocca di un vulcano»: irriverente buffone, certo, ma soprattutto infernale. «Un Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo» -proprio come l’aveva definito Strehler -, figura inquieta, meno vicina alle origini bergamasche e più a quella dei personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese. Paolo Rossi, più funambolico e lunare che mai, si avvia lungo un nuovo percorso di lavoro: nel confronto con la maschera di Arlecchino sarà costretto ad abbandonare la sua, quella a cui il pubblico milanese è abituato.
Le sei sere di Arlecchino&Arlecchino al Teatro dell’Arte, in programma in prima nazionale dal 4 al 9 marzo, non saranno quindi sei normali repliche di uno spettacolo conchiuso, ma la prima tappa di un progetto più ampio: un’ouverture, piuttosto, con una “struttura a mosaico”, composto di sei happening, in cui Paolo Rossi si calerà nei panni di Arlecchino per incontrare altri Arlecchini insieme a Ferruccio Soleri: Claudia Contin il 4 e 5 marzo, Silvio Castiglioni il 4, 5 e 6 marzo, Enrico Bonavera e il burattino Arlecchino di Daniele Cortesi il 7, 8 e 9 marzo.
Si tratta di cinque personaggi del teatro italiano, la cui biografia professionale ha registrato un incontro significativo con la figura di Arlecchino: Ferruccio Soleri in primis, che nel 2010, dopo 50 anni di Arlecchino, è stato menzionato nel Guinness dei Primati per la più lunga performance di teatro nello stesso ruolo; Enrico Bonavera, “allievo di bottega” di Soleri, che ha interpretato Arlecchino dal 1987 al 1990 e nel 2007 ha vinto l’“Arlecchino d’oro”; Silvio Castiglioni, interprete già negli anni Settanta di un originale Arlecchino per la regia di Ferruccio Merisi; Claudia Contin, la prima donna a interpretarne il ruolo con continuità; Daniele Cortesi, che nel 1982 fonda una sua compagnia, ancora oggi impegnata ad allestire spettacoli nel rispetto della tradizione popolare bergamasca. Ciascuno di loro sarà invitato da Paolo Rossi, maestro concertatore, a dialogare attraverso la propria interpretazione storica e la propria lettura di una delle Maschere più famose e amate della Commedia dell’Arte italiana.
A corollario del progetto anche un percorso creativo con giovani attori, una jam session su Arlecchino che si svolgerà al Teatro dell’Arte prima di andare in scena. Questa sarà la prima occasione per sperimentare un nuovo format su cui il Crt Milano intende insistere anche in futuro, creando appuntamenti fissi, spazi creativi accanto e nello svolgersi di produzioni teatrali, dedicati alle giovani leve provenienti dalle scuole di teatro. Scuola Civica Paolo Grassi il principale interlocutore, con l’obiettivo di creare una connessione sempre maggiore tra formazione di eccellenza e palcoscenico.